KAFKA
SULLA SPIAGGIA
di Haruki Murakami
Non
tanto per un'allusione a Franz Kafka, quanto alla parola “corvo”...
Kafka, dunque, è uno pseudonimo, ma “Kafka sulla spiaggia” è un
quadro...
Mentre
il romanzo che ci racconta la sua storia è... un urban fantasy?
Non
lo so, in parte: Murakami è particolare. Geniale. Ricco di
immaginazione. Misteri. E il quadro, tutto sommato, ha un ruolo
secondario.
Tamura
Kafka, invece, è un quindicenne che fugge da casa per sottrarsi ad
una fosca profezia...
E
poi c'è Nakata, che seguiamo in parallelo, un anziano signore che
parla con i gatti, ma non sa né leggere né scrivere e, a quanto
pare, non è granché intelligente...
Tamura
sembra un adulto, Nakata un bambino.
E
infine, c'è questo reportage relativo ad un episodio accaduto
durante la Seconda Guerra Mondiale: una maestra che conduce gli
alunni in un bosco... Di colpo i bambini perdono i sensi. Solo loro
inspiegabilmente, risvegliandosi ore più tardi, senza riportare
danni. Uno soltanto non si desterà che dopo tre mesi e, come gli
altri, non ricorderà nulla...
La
trama è stimolante e molto originale, dal sapore edipico e
sconcertante, evocativa, esistenzialista. Onirica.
Ci
sono delle assonanze con “La fine del mondo il paese delle
meraviglie”, sempre di Murakami (le due storie che scorrono
alternate, ma che sono collegate; la biblioteca; le ombre; i teschi
degli animali; le anime; la musica; la simbologia...) e con gli altri
romanzi dello scrittore appartenenti al “filone sentimentale” (le
riflessioni, l'intimismo, l'amore “travagliato”). Ma è anche un
volume a sé, che merita di essere letto. Alla fine l'impressione è
di non aver decifrato tutto, ma non crea alcuna delusione, anzi, è
come se aggiungesse qualcosa in più. Perché non è importante la
conclusione, ma come ci si arriva.
Lo
stile, inoltre, è scorrevole, ma in modo personale.
Il
primo aggettivo che sovviene è “lento”, ma è inesatto perché
non coglie la sfumatura di inesorabilità e di calma che infonde, né
la serenità che contempla, che non è priva di ritmo, ma ne
ridefinisce i confini.
Significativo.
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