Educazione
Siberiana
di Nicolai Lilin
Un
romanzo particolare, questo, fintamente autobiografico, che procede
in prima persona viaggiando nel passato del protagonista, Kolima
(Nicolai), ragazzo siberiano, talentuoso tatuatore, ed ex buon
criminale, che ci racconta di sé, della sua infanzia, della sua
adolescenza (fino ai diciott'anni circa), e delle sue pittoresche
conoscenze... Buon criminale nel senso che i siberiani sono una
grande famiglia e hanno un ferreo codice morale e ferree regole di
vita: non scritte, ma molto complesse, stratificate, e dense di
significato e tradizione, che prevedono come parlare, come pensare, e
che spesso sono condivisibili e lodevoli (solidarietà, rispetto per
i disabili – detti “voluti da Dio” – e per gli anziani),
altre no, ma comunque affascinanti e sovente bizzarre (almeno per
noi).
L'elemento
più interessante del libro è costituito proprio da questo essere
introdotti nella subcultura criminale della Transinistria (regione
della ex URSS), nel mondo assurdo e a sé stante dei siberiani: non
esattamente realistico, ma coerente e dal sapore forte, fatto di
violenza, di brutalità, ma anche di sentimenti luminosi, pieni di
grazia e di passione.
Nicolai Lilin, ritratto dal nostro vignettista
Lo
stile dell'autore mi piace: dal sapore remoto e dolce, proprio degli
amici dotati di capacità affabulatorie, che non sono dei
professionisti, ma non si limitano nemmeno a precipitarci negli
eventi: ci illustrano con pazienza tutte le loro implicazioni,
permettendoci di cogliere le sfumature e, persino, di “divenire
altro”, imparando un nuovo modo di ragionare e di essere.
La
trama non è lineare, procede come ad episodi più o meno collegati,
con gustose digressioni aneddotiche, esattamente come se Kolima fosse
presente dinanzi a noi e si stesse confidando... E' tutto fluido,
immediato. Alleggerito da qualche guizzo ironico. Una volta che sei
dentro fatichi ad andartene, ma poi devi ritrovare il giusto umore
per deciderti a tornare, perché alla lunga l'incedere sinuoso un
pochino risulta stancante.
In
fondo ad ogni capitolo un disegno (un tatuaggio) che non è solo un
l'opera d'arte su pelle (con tutto che, in generale, a me i tatuaggi
non garbano molto), ma una realtà multiforme, da interpretare...
Per
il resto, beh, siamo al primo capitolo di una trilogia... e dunque
presto, su questi schermi, il secondo tomo: “Caduta libera”!
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