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martedì 17 febbraio 2015

Pennellate digitali


L'ARTE DELLA FELICITA'
di Alessandro Rak

C'è anche il lungometraggio animato, ma non l'ho visto... Però quando ho notato il fumetto sono rimasta incantata anche solo sfogliandolo: dai colori, innanzitutto, dai disegni con i volti rugosi e scavati, e dalle promesse in copertina relative ai contenuti che le pagine sembravano pronte a mantenere...
E lo confermo, lo hanno fatto.
La storia è una sorta di lungo e lirico esame di coscienza: per affrontare un lutto (quello del fratello, morto in Tibet) e la rinuncia ai propri sogni determinata dalla prigione dorata – che magari proprio dorata non è – che ci siamo costruiti da soli, di solito senza quasi accorgercene, attraverso paure, rancori, illusioni e autoindulgenza verso noi stessi.
Un tema non facile, che in ogni momento rischia di scivolare nella banalità, ma non lo fa grazie alla delicatezza e alla sincerità con cui viene narrato. E a questo montaggio un po' onirico, che procede a brani, avanti e indietro, seguendo il ritmo balzano della coscienza più che del divenire, che alterna note musicali a pennellate digitali, talvolta dolenti, talvolta rabbiose, che poi si ricompongono delineando un quadro complesso e stratificato, fatto di solitudini e riflessioni, di impennate e accenti surreali, in cui sono importanti anche i silenzi e gli spazi tra una vignetta e l'altra...
Il nostro protagonista, Sergio, è un tassista che aveva i numeri per sfondare come musicista (e infatti, pur se “inudibile”, anche la colonna sonora è importante), ma vi ha rinunciato quando il fratello è partito per il Tibet, circa dieci anni fa... Adesso Sergio, muovendosi in una Napoli che sembra corrispondere alla proiezione spaziale del suo stato interiore, tra immondizia e scorci mozzafiato, raccoglie le confidenze dei suoi passeggeri, brandelli di vite altrui di cui può intuire solo qualche indizio (e che spesso vorremmo approfondire), e intanto scruta dentro se stesso, attraverso di loro, confrontandosi con ciò che è stato, con ciò che avrebbe potuto essere e con ciò che non è... e con il ricordo dell'amato fratello, più saggio e coraggioso di lui.
La vita che ci racconta Sergio, quindi, è principalmente la loro, ma è come se sul taxi ci fossero anche frammenti di noi, perché tutti portano con sé ombre con cui prima o poi devono fare i conti...
E dunque, qual è il segreto della felicità?
Vivere, anziché limitarsi a esistere...

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