IL
DANNO
di Josephine Hart
Quello
che ha subito lei, Anna, la protagonista. Quello che le è stato
inferto e l'ha fatta marcire da dentro, rendendola quello che è. E
quello che a sua volta infligge. Perché è come se fosse infettivo e
destinato a propagarsi.
E
si propaga, infatti. A te.
Un
danno tremendo e solo parzialmente previsto.
Alla
tua vita, a quella dei tuoi figli, di tua moglie...
Un
danno a tutto ciò a cui hai tenuto finora (o, più esattamente, a
ciò a cui avresti dovuto tenere, ma che in realtà non ti
interessava abbastanza, passandoti accanto, anziché tangendoti
davvero).
Oppure,
si potrebbe dire superficialmente, semplicisticamente e in modo
parzialmente erroneo, una storia di corna e di passione, che
ridefinisce le tue priorità e fa luce sul vuoto sospinto con cui hai
sempre convissuto. Un caso di colpa cosciente, in cui hai ritenuto,
sbagliando, di poter correre il rischio... O del cui rischio, in
realtà, non ti sei veramente avveduto perché l'ebbrezza ti divorava
e a cui ad ogni modo, anche volendo, non ti saresti potuto sottrarre.
Perché tu eri tu, e lei era lei. Ed era inevitabile. Nemmeno
tornando indietro avresti potuto farci niente, perché non ci avresti
creduto.
Oppure,
chissà, forse sì, se avessi saputo in anticipo.
Perché,
invero, non è una qualsiasi storia di corna, questa.
No.
Ahimè,
è una di quelle tragiche, con “più implicazioni del normale”,
come accadeva nell'antica Grecia, quando si amava e quando non si
amava. E' una di quelle che travolgono tutto e tutto fagocitano,
lasciando ferite perpetue e insanabili. Come per Mirra, come per
Edipo.
L'adulterio,
infatti, si consuma tra il padre e la sua futura nuora.
E
non importa se l'uomo ha cinquant'anni suonati ed è apparentemente
realizzato e vincente: lei è irresistibile, fatale, e lo domina
sessualmente e psicologicamente. E lui, dal canto suo, prima di oggi
ha condotto una vita di finzioni.
Niente
male, dunque.
Josephine Hart, nella caricatura del nostro vignettista
Poco
importa se tu odi i personaggi e sei tentato di puntare il dito (ma
se lo fai o no dipende dalla tua sensibilità). Poco importa che ti
susciti indignazione, nervosismo o ansia. Il bello è anche questo,
perché il romanzo ti scuote, ti urta. Ti chiarifica alcune cose e ti
sbarazza di altre, illusorie. Ti spiega certi meccanismi, ti illustra
a che cosa portano, analizzandoli.
Una
trama torbida, feroce e ben scritta, cosparsa di sapide stilettate e
riflessioni profonde. Ma che non si esaurisce in questo. Perché non
conta il sesso, ma la sue conseguenze. E sono gravi, tragiche, e ci
sfuggono di mano.
Un
romanzo magnificamente distruttivo.
E
costruttivo per reazione.
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