IL
SERGENTE NELLA NEVE
di Mario Rigoni Stern
Nato
come semplice memoriale, è invece un libro bellissimo e intenso,
scritto con umanità e vigore, ricco di frasi esteticamente alte e
notevoli pregi stilistici, per quanto non ricercati né manieristici,
con un linguaggio purissimo che, nei dialoghi, mescola il dialetto (o
i dialetti?).
Narra
l'esperienza del Sergentmagiù
Rigoni, l'autore stesso, impegnato come alpino in Russia durante la
Seconda Guerra Mondiale.
L'opera
è divisa in due parti: “Il caposaldo” e “La sacca”. La prima
più statica, con pentole in cui si cuociono i pidocchi, la paura, le
raffiche di mitra e cacce al gatto; la seconda più dinamica, in cui
il gelo si fa davvero sentire (anche se tu sei al caldo), e ti
strazia le carni, in cui la marcia diviene interminabile, ma se sei
fortunato, mentre agogni la tua meta, puoi trovare rifugio in
un'isba, dove potrai farti “una cuccia” per terra e magari ti
verrà pure offerto qualcosa da mangiare.
Non
ci sono cattivi, qui, non ci sono condanne, e la giustizia spesso è
diversa, più sostanziale, più vera, nonostante la guerra, che è
una realtà, ma che ci travolge tutti, a prescindere dalla
nazionalità, soldati e civili, come una catastrofe naturale... Non
sono cattivi i russi, che hanno le facce compunte, ma nessuna traccia
di malvagità, e che, in certe situazioni, anzi, possono persino
invitarti a sedere a tavola con loro. Non i tuoi commilitoni, tra cui
hai cari amici, e anche quelli meno cari, una volta caduti, ti
sembrano comunque dei buoni diavoli... L'unico che ad un certo punto
ci fa tremare è infatti uno dei nostri, uno di quelli che dovrebbero
guidarci e comandare... Ma non lo condanniamo, perché forse è solo
impazzito per il freddo e la fame, e non è davvero cosciente di
quello che dice e impone (e a cui il nostro Sergentmagiù non
obbedisce)...
E'
una vita dura quella che si conduce al fronte, e, davvero, c'è
sempre il terrore di morire o di assistere al trapasso di un
compagno: a volte non si fa in tempo a conoscere una persona che già
si è costretti a piangerla. E neve, neve ovunque, a mozzarti il
respiro, a tagliarti le mani, fino a che non ti senti nemmeno più
gli arti.
Mario Rigoni Stern, visto dal nostro vignettista
Un
libro scritto con semplicità, di poco più di cento pagine, ma di
una profondità assoluta e straordinaria, che ti fa andare in guerra,
anche se non ci sei mai stato.
Che
ti fa comprendere, con lucidità, che, sia che tu guardi ai tuoi
compagni che al nemico, le somiglianze valgono più delle differenze
e quel che conta è che siamo tutti uomini e donne e il nostro dovere
principale è aiutarci a sopravvivere.
P.S.
In
fondo al volume della Einaudi un saggio di Eraldo Affinati:
non saltatelo!
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