CAVALLI
SELVAGGI
di Cormac McCarthy
Come
non amare Cormac McCarthy?
Per
come ti fa assaporare la vita, la libertà e la polvere, in mezzo
all'impotenza e all'ingiustizia, riempiendoti di aneliti e di paura,
di senso morale e di forza, sapendo che le cose possono finire nel
peggiore dei modi, ma chissà, forse non oggi...
Per
come ti fa sentire sulla pelle la natura selvaggia dell'uomo e degli
animali, l'inevitabilità del destino, del carattere (incluso il
tuo), la bellezza e la violenza.
Per
come ti induce ad accettare che non ci sono più speranze, che tutto
è finito. Che non ti sei arreso, ma non è bastato, perché è così
che funziona e impegnarsi e agire rettamente non basta.
Per
come gli opposti divengono complementari, creando un frammento di
mondo sfolgorante e completo, doloroso e stupendo, che ti abbaglia e
ti lascia esausto, basito, ma non più cieco. Anche se forse la
cecità era conforto.
Non
amarlo è impossibile.
E
qui, in “Cavalli selvaggi”, in particolare.
Per
come tutto è lento e rapido insieme: le pagine scorrono a mille
chilometri orari, i dialoghi sono secchi da asciugarti la gola –
superflue persino le virgolette – e proprio quando ti pare non
succeda niente, accade invece di tutto e qualcuno schiatta, o si
ferisce o finisce in prigione...
E
ti piace il protagonista, John Grady Cole, con la sua ineluttabilità,
le regole che lui stesso si è imposto, il suo animo caritatevole,
morale e pieno di luce, così magnificamente virile. E ti piace il
suo amico, Lacey Rawlings, che è la voce della prudenza e della
ragione, e per questo tendiamo a non ascoltarlo. Anche se... pure a
noi fa pena Blevins, il tredicenne, ma alla fin fine vorremmo
picchiarlo a sangue, o lasciarlo indietro.
E
ci innamoriamo, pure.
Ma
siamo in un romanzo di McCarthy, quindi sappiamo che non sarà un
sentimento lieto (e quanto mi è piaciuto il personaggio della zia,
con la sua storia amara).
Inutile
tentare un riassunto, non avrebbe significato.
Mentre
ogni riga del romanzo è densità e verità.
Il
primo libro della Trilogia della Frontiera.
Un
capolavoro.
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