MAPS
TO THE STARS
di David Cronemberg
(2014)
Magnifico.
Altamente
poetico.
Spietato.
Cinico.
Rarefatto.
Un
po' mitologico, come direbbe Agatha (Mia Wasikowska), e quando scopri
perché rimani scioccato. E ammaliato. E pago.
La
Mappa delle Stelle è quella delle Stelle di Hollywood, che tu
conosci attraverso numerosi tasselli, storie che si intrecciano, che
si sfiorano, e che alla fine sono una, che si sovrappongono a furia
di squarci di orrore, desolazione e crudeltà, attraverso personaggi
che sembrano vuoti e vacui, ma che in realtà nascondono mali sopiti,
devianze mentali, segreti dal sapore edipico, ustioni di varia
natura... e fantasmi, quanti fantasmi!
E
punti il dito, perché devi puntarlo, è una satira, ed è grottesca
e aberrante. Ma poi sfiori l'abisso e provi compassione e pietà,
rabbia e... e senti il sapore dell'illusione, del mondo che ti sei
costruito, che è tuo, e non sempre corrisponde a quello degli altri,
ma non per questo è meno vero. O meno tragico.
Ed
è incredibile come tutto qui sia superficiale, vano, triste... ed
esiga conferme e sacrifici di sangue. Sangue vero, rosso e pulsante.
A
volte vorresti quasi officiarli tu.
A
volte, semplicemente, hai paura.
Perché
non sai chi sarà colpito dalla pallottola.
All'inizio,
magari, fatichi un poco a seguire: troppi nomi, troppe immagini
sconnesse... Ma poi l'affresco si compone e ti porge una trama
geniale, ben strutturata, ti accorgi, fatta di suggestioni, di
attimi, ma anche di fardelli pesanti, di ingombri, di colpi di scena.
Un
film pazzesco, cui non riesci a smettere di ripensare, che ti
aggredisce anche a distanza di giorni, con la sua ferocia, ma altresì
con il suo lirismo.
Sull'assenza
che non desidera/ Sulla nuda solitudine/Sui sentieri della morte/Io
scrivo il tuo nome.
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