Se ti è piaciuto il mio blog


web

giovedì 16 luglio 2015

Bello da uccidersi

INDIANA JONES


Insieme a Star Wars, la mia trilogia preferita (unico neo: il doppiatore di Indy cambia sempre), e dico trilogia, anche se i film sono quattro, perché l'ultimo (2008) quasi sarebbe da dimenticare, se confrontato con i precedenti (se no, suvvia, non è certo malaccio)...
Ad ogni modo, rimanendo sui primi tre, realizzati tra il 1981 e il 1989 e ambientati negli anni '30, non si può negare siano capolavori! Di intrattenimento e avventura, innanzitutto, ma anche di ritmo, di umorismo, di simpatia (alcune scene sono esilaranti) e pure di alchimia, nel senso che i personaggi legano meravigliosamente fra loro, rivelandosi complementari l'uno dell'altro, buoni e cattivi, risultando così ancora più se stessi (specie le coppie Indy e suo padre, Shorty e Willie, Henry Jones e Marcus).
Deliziosi e gustosi, poi, i riferimenti storico-esoterici, la lotta contro i Nazisti (o il Male, in generale), e quella che io chiamo la parentesi del disgusto, che vede protagonisti, di volta in volta, serpenti (che io adoro), insetti, e topi in quantitativi industriali (mentre nel IV film abbiamo le formiche divoratrici di uomini)...
Pellicole per famiglie come non se ne vedono più: che ti fanno impazzire dal ridere, ti sorprendono, ti fanno inorridire e trattenere il respiro, lanciare qualche urlo, ma soprattutto ti riempiono il cuore riscattando la tua giornata, quale che sia.
Su tutti, però, troneggia il nostro Indy: un Harrison Ford bello da uccidersi, dall'immancabile sorriso canagliesco e la battuta sempre pronta...
Un po' più nel dettaglio:


I Predatori dell'Arca Perduta: il capostipite (l'unico senza il nome di Indy nel titolo, almeno fino alle ristampe in home video di un paio di anni fa), mitico fin dall'incipit, magnificamente costruito, con l'elemento avventuroso forse più preponderante rispetto ai successivi, e con maggiori momenti drammatici... manca, infatti, una vera e propria spalla comica. Il film, però, è perfetto, e la fine... wow, è da brivido! Incluso il frustrante epilogo con l'Arca chiusa nel magazzino. Marion Ravenwood (Karen Allen), poi – la ragazza di Indy meno appariscente, ma più coraggiosa – ci affascina non poco (anche se da piccola, viceversa, la trovavo antipatichella), mentre Sallah (Alfred Molina)... Sallah è un grande!


Il Tempio Maledetto: di norma gli adulti lo considerano il meno Indy di tutti, ma è il preferito dei bambini, perché è il più divertente. Un po' grazie a Shorty, (Jonathan Ke Quan, il ragazzino che ritroveremo nel ruolo di Data ne “I Goonies”), un po' perché non ci sono i Nazisti, e anche se la faccenda risulta comunque pericolosa e tremenda (con i bambini che vengono rapiti e sfruttati per soddisfare il culto della dea Kalì e il sacerdote che strappa i cuori a mani nude), ci si può sbizzarrire di più (indimenticabile, naturalmente, il banchetto a base di scarafaggi, occhi e cervello di scimmia semi-freddo). Willie (Kate Capshaw), inoltre, la ragazza di turno di Indy, è irresistibile, e non solo perché è bellissima, ma perché sempre, incredibilmente “inadatta” e lamentosa, fonte di sghignazzate continue. Curiosità: sebbene successivo, è ambientato prima de “I Predatori”


L'ultima crociata, in cui, wow, ritornano i Nazisti, Sallah e i riferimenti biblici, ma soprattutto conosciamo il padre di Indy (un meraviglioso Sean Connery, che fa davvero faville) e il nostro eroe a quindici anni (interpretato dal rimpianto e stupendo River Phoenix), di cui apprendiamo un po' di segreti (da dove viene il cappello, come si è procurato la cicatrice sul mento, il motivo dell'avversione per i serpenti...). Approdiamo in Italia, a Venezia, e per una volta troviamo una donna intellettualmente pari al nostro archeologo preferito... Che riserverà molti colpi di scena!


E va be', già che ci siamo, e per mera completezza, diciamo qualcosa del IV film, Il Regno del Teschio di Cristallo: la prima mezz'ora è perfetta, poi, gradualmente, ci si perde. Gli anni sono passati (e dobbiamo fare i conti con alcune morti inattese, probabilmente dovute ad esigenze di copione), ritroviamo Marion, e – ahimè – conosciamo il figlio di Indy, Mutt (Shia LaBeouf), a dir poco odioso. Se non altro, però, non assistiamo ad un repellente “passaggio di testimone”, visto l'esito della scena col cappello, sul finale...
Dispiace altresì per il tema centrale, che francamente sa un po' di “beep”ata. Alieni: bah! Avrei preferito qualcosa di più plausibile.
Godibili, però, gli ammiccamenti per i fans, la circostanza che, per equità, questa volta il nemico sia il Kgb e, infine, ottima Cate Blanchett.

A parte ciò, è stato annunciato il reboot...
Io lo temo, come i greci quando portano i doni (nessun riferimento all'attuale situazione europea, ma solo all'Eneide).

Incrociamo le dita...

Nessun commento:

Posta un commento