DANCE
DANCE DANCE
di Haruki Murakami
Tutto
è collegato.
Gli
omicidi/sparizioni.
L'uomo
pecora dell'hotel Dolphin.
I
sei scheletri sul divano.
I
sogni, le visioni, e Gotanda, il tuo amico attore.
E
anche tu te ne accorgi, cogli i paralleli, ma non capisci perché o
per come.
Le
spiegazioni, quando arrivano, ingarbugliano ancora di più la
matassa... Del resto, l'uomo pecora te lo ha detto: l'unica cosa
veramente importante è danzare, danzare, danzare... Fino a lasciare
tutti a bocca aperta... E allora, d'accordo: danziamo!
La
verità è che sembra di viaggiare sulle montagne russe... e io,
sinceramente, le adoro! In ogni sfumatura avverti un'aura di mistero,
una parola non detta, un pensiero nascosto, ma fondamentale, e sai
che a breve il protagonista condividerà con te un'epifania...
Dopo
qualche romanzo, entri nel “meccanismo” Murakami e cessi di
stupirti, ma ciò non significa che la curiosità o la sete si
arrestino. Ne vuoi sempre di più! Peraltro, se in “La fine del
mondo e il paese delle meraviglie” tutto combaciava e tutto era
perfetto, qui, verso l'epilogo, si ha invece una sensazione di
inconsistenza, di rivelazione mancata... Eppure non è una soluzione
sleale, perché eravamo stati avvertiti sin dal principio, e
soprattutto non guasta in alcun modo il sapore di questa storia...
Che
ha un fascino enorme, è suggestiva e possiede tocchi di autentica,
urlante inquietudine, seppur lo stile posato, dettagliato, e pregno
di intimismo e riflessioni, ci permettano di accogliere anche le
ansie maggiori con una certa rilassatezza di fondo.
E
nemmeno mancano i colpi di scena: ce n'è almeno uno, che pure il
lettore intuisce abbastanza in fretta, ma che risulta ugualmente
sconvolgente e forse non compiutamente illustrato.
Un
romanzo leggero, ma anche impegnativo, con tante verità occultate,
suggerite, accennate, che denota una mente geniale e un'immaginazione
delle più splendenti.
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