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martedì 21 luglio 2015

Il secondo romanzo del Re

LE NOTTI DI SALEM
di Stephen King


Il secondo romanzo del Re, uno dei pochi ad essere veramente etichettabile come horror, con un protagonista, Mark Petrie, che mi è rimasto impresso a distanza di decenni per quanto era figo; un religioso sui generis come comprimario, Padre Callahan, sotto certi aspetti deludente, sotto certi altri, e proprio in virtù dei primi, assolutamente spettacolare; e con una trama che, per giunta – rivelazione di molto, molto successiva – sarà pure collegata con la Torre Nera (in particolare, con gli ultimi tre tomi)!
I cattivoni di turno sono vampiracci assetati di sangue, piuttosto classicheggianti ed opportunamente feroci, mentre la struttura del romanzo sotto numerosi profili ricorda “Dracula” di Bram Stoker, tanto più che, al di là delle analogie più evidenti (presenti anche a livello di trama, a partire dal personaggio di Susan), il protagonista non sarà il pur piacevole tizio che conosciamo nelle prime pagine, lo scrittore Ben Mears, ma questo ragazzo che incontriamo più avanti, il già nominato Mark Petrie...
Anche se, lo ammetto, l'affermazione è opinabile: in quanto, come spesso accade in King, trattasi di un romanzo corale, con tantissimi personaggi principali... Ma Mark... Mark mi era piaciuto così tanto, che, ai miei occhi, tutti gli altri ne sono stati obnubilati! Forse perché, ai tempi, era poco più che mio coetaneo...
Ad ogni modo, si parte in sordina, fra una descrizione e l'altra (carina quella che spiega le origini del nome della città), con questi misteri che a poco a poco si insinuano nella cittadina di Salem, queste sparizioni, questo senso di malessere crescente, che Ben Mears avverte e che ricorda esserci stato già ai tempi della sua infanzia, mentre ci parla della “casa stregata” dei Marsten... Solo che ora la faccenda pare peggiorare... Ma lentamente, senza affannarsi troppo, sebbene le sensazioni striscianti e sottili che di tanto in tanto ci attraversano siano piacevolissime...
All'incirca verso metà libro, la vicenda decolla e accelera, fino a sfociare in scene meravigliosamente spaventose, non prive, però, di sense of wonder, di eroismi e di punti di riferimento per il lettore... nel senso che il male c'è, ed è tremendo, e ingloba tutto, ma noi sappiamo sempre a chi rivolgerci come baluardo del bene (anche se, qui, King si diverte)... insomma, finalmente troviamo Mark, che ci regala, oltretutto, almeno una scena stramitica e superstrepitosa!

Che diamine, mi è venuta voglia di rileggerlo! Tanto più considerato che io ho solo la prima edizione, e non quella successiva con i “contenuti speciali”...

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