WAYWARD PINES
Non
ci sono grilli a Wayward Pines... Ed infatti nei cespugli troviamo un
registratore che ne riproduce il richiamo.
Non
possiamo fuggire, la città è recintata.
Se
il telefono squilla dobbiamo rispondere.
Non
dobbiamo parlare del passato.
Il
tempo scorre in modo diverso per tutti.
E
poi ci sono le esecuzioni pubbliche...
L'inizio
di questa serie Tv è fenomenale, un po' “Twin Peaks”, un po'
“The prisoner”, un po' “Persone Sconosciute”... E persino un
po' “The Village”, già che c'è lo zampino di Shyamalan...
Claustrofobico e pieno di misteri, ti prende da subito, nonostante le
numerose risonanze, ma anziché diluire scoperte ed eventi allo
sfinimento, come avviene di solito (“Lost” docet), si va alla
velocità della luce, e le rivelazioni ci avvicinano sempre di più
alla verità...
Che
ci viene esposta già a metà stagione, dopo appena cinque puntate,
con un totale cambio di registro, di ruoli, di intenti!
Siamo
così sconcertati che dubitiamo sia vero, anche perché lì per lì
sembra troppo pazzesco pure per noi, e ci pare di intuire notevoli
voragini narrative... Ma più andiamo avanti, più siamo convinti che
le cose stiano sul serio come ci sono state illustrate (benché
mentre scrivo io debba ancora vedere la settima puntata), ogni lacuna
viene colmata, ogni dubbio risolto, e noi, a questo punto, ci
arrendiamo: smettiamo di farci domande e restiamo lì, disposti a
farci stregare...
Come
andrà?
La
verità è che molto dipende da dove andremo a parare: questa serie
potrà essere una cocente delusione come una delizia... vedremo. Ma
pare che derivi da una trilogia di romanzi (che mi procaccerò al più
presto) e questo ci consente di ben sperare.
P.S.
In
quanto al cast, non posso che segnalare Melissa Leo nei panni
dell'Infermiera Pam. Non foss'altro perché risulta terrorizzante
anche mentre sorride...
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