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venerdì 15 aprile 2016

Contro l’ipocrisia borghese

LA SPIAGGIA
di Alberto Lattuada
(1954)


Film neorealista ambientato in Liguria (in località inventate, eppure riconoscibili in scorci di Finale Ligure, Spotorno, Noli e Varigotti), che ha destato il mio interesse per motivi legati a costume e società, ma che ha finito per sedurmi più che altro grazie alla profondità e sagacia insite nella trama.
Iniziamo con questa bella signora milanese, Anna Maria Montorsi (Martine Carol), che si ricongiunge alla figlioletta Caterina, a scuola dalle suore, e va in vacanza con lei al mare… Alloggia in uno degli hotel più esclusivi, desta la curiosità degli altri villeggianti, ricchi e snob, che la riconoscono subito come una donna di classe, e ammalia il Sindaco (Raf Vallone) con la sua riservata femminilità…
Solo che lei è una prostituta e quando un cliente, pure lui in vacanza al mare, la riconoscerà, la poveretta e la sua bambina verranno ghettizzate da tutti, in particolare dai supposti nuovi amici conosciuti in hotel…
Ci aspettiamo che il Principe Azzurro, alias il bel Sindaco, la tragga di impaccio?
Allora resteremo delusi… Ma anche no, perché accadrà qualcosa di meglio, di più spiazzante e arguto, ironico, preparato con cura, ma non scontato, che ci indurrà al sorriso, solleticherà riflessioni, provocando al contempo, in noi, una sensazione di calore e dolcezza… Stucchevole?
No. Lo zucchero c’è, ma non nausea, anzi, favorendo nuove dicotomie, incrementa il quantitativo di fiele.


Ottimo il cast (specie lei, Martine Carole, dalla grazia spontanea, inquieta e sofferente, ma ben caratterizzati pure i personaggi di contorno), valida la regia, e ancora di più avvincente e significativa la sceneggiatura, con un buon ritmo, per pause e accelerazioni, e un perfetto equilibrio di sentimenti e stati d’animo, melodramma e critica sociale.
Senza dubbio, con il mutare dei tempi, il film non suscita più scandalo, ciò nondimeno il messaggio contro l’ipocrisia borghese e la piccineria umana resta intatto, e piace come si affrontano argomenti spinosi senza esagerare, con moderazione, delicatezza ed eleganza, facendo leva sulla sensibilità e lo spirito di contraddizione.

Incantevole.

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