MAZE
RUNNER 3 – LA RIVELAZIONE
di James Dashner
Sicuramente
il meno interessante fra i tre romanzi della saga (senza considerare
il prequel che ancora non ho letto), sia sotto il profilo
dell’evoluzione dei personaggi, sia dal punto di vista della trama,
che dell’azione pura: si procede, infatti, in modo quasi
didascalico, sovente arrancando, a scapito del pathos e
dell’emozione, e pure dell’adrenalina, che, ahimè, scarseggia,
laddove imperano gli spiegoni (peraltro a base di fuffa), accentuando
i difetti stilistici dell’autore. Persino la morte di due dei
protagonisti non mi ha scossa, infliggendomi appena una punta di
remoto dispiacere… Né si ottengono tutte le risposte che si
vorrebbero, subendo, anzi, nuovi ingarbugliamenti, a volte stancanti
e, ormai, persino prevedibili.
Non
si può vantare né la geniale originalità del primo tomo, né la
curiosità comunque instillata dal secondo con i suoi approfondimenti
psicologici...
Eppure
il libro non è da disprezzare, soprattutto per via del finale, che
in qualche modo lo riscatta e ti sconvolge.
Va
bene, è scontato, ma al contempo doveva essere quello, anche per
rendere coerenti i ripetuti cambi di direzione cui abbiamo assistito…
Forse, in effetti, più che scontato, è semplicemente logico.
Stupenda, tra l’altro, alla luce di esso, la continua inversione di
ruoli tra Brenda e Teresa, che in ultimo ci lascerà agghiacciati,
riempiendoci di rammarico e di malinconia.
Questo
solo sentimento, abbondante di ramificazioni e parentesi etiche, vale
da solo l’acquisto del volume, che trova così una sua
ridefinizione, un suo valore esistenziale ed emozionale.
L’epilogo,
inoltre, è valido, non solo come conclusione del terzo tomo, ma
anche per l’intera saga, che, nel complesso, giudico interessante e
soddisfacente.
Poco
importa che l’opera, nel complesso, descriva una sorta di parabola
discendente in quanto a ispirazione: la fine mette tutto a posto, e
ci infonde il desiderio di leggere anche il prequel… Nella
speranza, soprattutto, di conoscere qualcosa di più, perché non si
può negare che, a livello distopico, questi romanzi siano
stimolanti.
…Dunque,
a presto con “La Mutazione”!
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