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giovedì 14 aprile 2016

Un frasario ricercato

IL RICHIAMO DEL CORNO
di Sarban


L’argomento è la caccia umana, quella, in pratica, in cui le persone vengono predate da altre persone… E già questo mi basta per sentire il brivido dell’attrazione.
In più, qui, la faccenda può essere peggiore e resa ancora più grottesca e alienante da vari pittoreschi elementi: ad esempio, se sei una preda vieni dotato di sgargiante costume da bestia, realizzato ad arte, nei minimi dettagli, così che tu appaia qualcosa di diverso e persino più tragico e dolente: riconoscibile come uomo o donna, ma altresì identificabile come vittima predestinata, dulcis in fundo, intenzionalmente disumanizzato.
Poi ci sono “le donne felino”, cattive, feroci, dotate di artigli, ma non più di coscienza, eppure umane anch’esse… Solo alterate a livello genetico per spersonalizzarle e renderle belluine. E questo è solo un altro esempio, per tacere di come vengono utilizzate le prede dopo la cattura...
Sul piano dell’inventiva e del sadismo il romanzo, scritto attorno al 1950, decisamente in anticipo sui tempi, eccelle e assurge a classico immortale: abbastanza soft per i canoni odierni sotto il profilo della cruda violenza, ma sempre tremendo e straniante da un punto di vista squisitamente concettuale, che ti urta e sale su per la schiena.
Le caratteristiche rilevanti, peraltro, non sono solo di matrice horror, ma pure fantascientifica, infatti abbiamo salti temporali, universi quantistici (se vogliamo) e addirittura un po’ di fantastoria, nel senso che il protagonista, Alan Querdilion (che cognome spaziale!) si ritrova in una sorta di universo parallelo, centodue anni avanti al suo, in cui i Nazisti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e dominano l’Europa...
La prosa di Sarban presenta un frasario ricercato, capace di rendere con precisione ogni azione, pensiero, fremito, ma scorrevole e non invadente.
Ho trovato un po’ troppo lunga la premessa, ma in termini trascurabili, che infatti non precludono nulla, mentre l’atmosfera e la descrizione degli stati emotivi sono notevoli e piacevolmente accurati.

Da leggere anche la postfazione…

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