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martedì 12 aprile 2016

Non una serie per signorine

FLESH AND BONE


Miniserie televisiva in otto puntate, che io ho adorato e che il MPM ha patito assai (la morbosità lo uccide e i corpi anoressici spogliati pure)…
Va bene, il motivo principale per cui l’ho gradita è che mi piace assistere ai balletti, ma non ci si aspettino solo fiori, tutù e musica classica: se c’è una cosa che “Flesh and Bone”, alias “Carne e Ossa”, insegna è che le unghie si staccano, i piedi si rompono, che il mondo della danza è frequentato quasi esclusivamente da vipere invidiose ansiose di pugnalarti alle spalle, che competizione e ambizione sono tutto, e che se vuoi brillare non ti basta il talento, ma devi scendere a compromessi e, se le circostanze lo richiedono, saperti comportare, ossia venderti l’anima e il corpo…
Eppure non basta ancora, perché qui non ci facciamo davvero mancare niente: dall’incesto in stile Lannister (ma più malato) alla sclerosi multipla, con tanto di omicidio insensato, tratta delle bianche e sognatore pazzo nel sottoscala (che, per inciso, scrive da Dio); dall’insegnante/direttore artistico (un eccezionale Ben Daniels,) egocentrico, isterico e involontariamente umoristico (se non ti terrorizza), al mafioso russo amante dell’arte che gestisce un locale di strip-tease…
Insomma, non proprio una serie per signorine, ma un coacervo di drammaticità, sudore e sangue dalle molteplici sfumature, per giunta ulteriormente esasperato dalla laconica protagonista, Claire Robbins (Sarah Hay), che, se per certi versi ci appare positiva, innocente e incontaminata, per altri ha dei disturbi ai massimi livelli e un bel passato difficile alle spalle. Oltre alla danza, il suo unico conforto sono i libri, con cui va a dormire, letteralmente, ammucchiati sopra di lei (fortuna che non sono tantissimi) e l’autolesionismo (una tantum)… Ma non per questo è una ragazza debole, o meglio, la è, ma è anche molto di più.
Nel complesso l’opera è disturbante, crudele, ti mette dinnanzi al prezzo della trascendenza, alla sua ineguagliabile ebrezza, e ti canta la sua effimera sostanza, nonché l’atroce declino cui vai incontro quando inevitabilmente la perdi (consapevolezza, oltretutto, che ti ossessiona sin dalla tua ascesa, che tuttavia potrebbe non iniziare mai)… E per gli stessi ambivalenti motivi è pregna di fascino e bellezza, che non potranno lasciare indifferenti.

Disponibile on demand su TimVision, ringrazio Claudia Piccola per avermela consigliata!

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