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lunedì 4 aprile 2016

Emozioni, risate e paura

PIRAMIDE DI PAURA
di Barry Levinson
(1985)


A me di Sherlock Holmes non è mai importato nulla (benché abbia trovato stupenda la Serie “Sherlock” con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman)... Ma non mi è mai importato nulla nemmeno dei pirati, eppure “I Goonies” è uno dei miei film preferiti di sempre!!!
E così “Piramide di Paura”, alias “Young Sherlock Holmes”, che inserisco nel medesimo filone di godimento e gioia imperitura!
Il protagonista è quindi Sherlock sedicenne, insieme al fido Watson, qui nel corso del loro primo “caso” insieme! Una sorta di prequel apocrifo, dunque, ambientato ai tempi del College – 1870 –, che mescola avventura, commedia e horror, un po' sulla scia di Indiana Jones (e non per caso, visto che c'è dietro... ad esempio il buon vecchio Spielberg...), con in più un pizzico di tragedia, dramma e dolente romanticismo... frammisto all'incanto adolescenziale!
A piacermi, tuttavia, è soprattutto lui, Sherlock, per la sua intelligenza, per la sua logica, ma ancora di più per il suo carattere apparentemente freddo, che in realtà cela passioni incandescenti! E poi l'amicizia che si instaura tra lui, Watson ed Elizabeth (la dolcissima protagonista femminile), quando tutto è ancora puro e assoluto! Ed apprezzo la trama principale, con commistioni egizie ed esoteriche, a base di omicidi, cerbottane, tintinnii di campanelli e sacrifici umani, ma anche le piccole scaramucce da ragazzini che avvengono a scuola e che mettono in rilievo la fantastica personalità di Holmes...
E poi ci sono i duelli con la spada, le sequenze oniriche... Può un pollo spaventarti a morte? Siamo sempre in bilico tra orrore e buffosità, tra verità e illusione, ma.. sì, evidentemente il pollo può (anche se il top è la sequenza con i pasticcini di Watson, che mi ha fatto sbellicare per circa le prime venticinque volte in cui ho rivisto la pellicola)!
Il MPM lo detesta: da bravo estimatore di Conan Doyle sostiene che questo film sia una bestemmia... Ma io sono agnostica, e mi diverto un mondo, mentre emozioni, risate e paura si alternano in un mix perfetto che mi fa tornare bamboccina! E non solo... Trovo meravigliose e strazianti anche le allusioni inventate parametrate allo Sherlock canonico, che conferiscono, persino ex post, bellezza e spessore al personaggio: in particolare la questione di Elizabeth, del “non voglio rimanere solo”, combinate con la futura misoginia di Holmes. Wow!

Classico capolavoro anni 80 per famiglie, che magari ai tempi ti stupiva per l'immaginazione e gli effetti speciali, ma che alla fine ti è soprattutto rimasto nel cuore, cristallizzando per sempre un pezzetto della tua infanzia!

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