I
GATTI DI RIGA
di Marco Nizzoli
Che
cosa cela l’animo di un gatto? Può un micio avere un padrone? E
una ragazza essere come un gatto? Ed è una colpa, questa? O la colpa
è nostra? Che cos’è l’amore?
Più
o meno il paradigma del fumetto è questo, solo che i quesiti non ci
vengono posti in maniera esplicita, quanto piuttosto “declinati”…
Seguiamo allora le vicissitudini sentimentali del protagonista, un
ragazzo italiano, un disegnatore, che si trova a Riga, città che ama
e che anche noi impariamo a conoscere, tra un fiocco di neve e una
gita al parco… Qui il giovane si innamora di Inese, una bellissima
flautista, che lo ricambia, dice, ma che intanto si sollazza con
quanti le capitano a tiro, senza nemmeno darsi la pena di negare più
di tanto…
Che
fare? Si può davvero fare qualcosa?
I
disegni sono magnifici, forse appena un poco convenzionali, ma
morbidi, dettagliati, con i tratteggi a matita ben visibili, che ne
accrescono la dolcezza e l’atmosfera… I dialoghi no, non hanno
nulla di straordinario, sono anzi improntati alla banalità, ma vanno
bene ugualmente, e forse conferiscono maggior veridicità alla trama…
Trama,
però, che sembra fatta di inconsistenze, di suggestioni, più che di
fatti. Fatti che quando ci sono si dimostrano inconcludenti, quasi
scontati. Personaggi piatti (volutamente?), che non ci conquistano.
Però…
Però
spesso la vita è così…
Però
talvolta noi possiamo essere così…
Se
ci accontentiamo del paradigma su cui questo volume si basa, e che
sviluppa e percorre… allora possiamo lasciarci affascinare e
soprattutto tentare di rispondere agli interrogativi che suscita.
Che
magari sono poca cosa…
Ma
più facilmente no.
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