LA
RAGAZZA DELLO SPUTNIK
di Haruki Murakami
Un
romanzo interessante, surreale, che ricalca le caratteristiche
tipiche di Murakami senza discostarsene, fondamentalmente tronco,
irrisolto, ma d'altro canto non credo che avrei visto di buon occhio
una soluzione diversa...
Iniziamo
con il conoscere Sumire, ragazza particolare, aspirante scrittrice,
aspirante lesbica, che si innamora perdutamente di questa donna, Myu
(la ragazza dello Sputnik, appunto, ma solo a causa di un lapsus
letterario), sposata e più grande di lei, con un pesante segreto
sulla schiena. A narrarci le loro vicende il migliore amico di
Sumire, innamorato di lei, non ricambiato.
E
tutto procede tranquillamente, fin troppo, se non si è disposti a
lasciarsi stregare dallo stile dell'autore: il romanzo è statico,
pressoché privo di movimento, eppure ne percepiamo il fascino e
andiamo avanti. Fino a che, bam, la faccenda precipita!
Sumire
sparisce (sparisce sempre qualcuno nei romanzi di Murakami) e Myu ci
svela il suo segreto.
Questa
la chiave di comprensione dell'opera (che in parte ci riporta alla
realtà di “After Dark”), che ci strania, ci aliena, ma che,
personalmente, ho trovato di una potenza inusitata e totale.
Poco
credibile?
Dipende
dalla prospettiva che si vuole adottare, senza dubbio è necessario
accettare regole nuove... A me però sta, chiamiamola impropriamente,
“teoria della scissione”, suggestiona e ammalia, e non ho
difficoltà a lasciarmi incantare, e, soprattutto, date le premesse e
la conclusione, a giudicarla coerente, e questo, da un punto di vista
squisitamente narrativo, è l'unico requisito essenziale perché il
romanzo regga.
Certo,
una volta scoperto il passato di Myu non è che succeda granché...
L'opera torna ad affossarsi nella sua quieta staticità, ma io ho
trovato rilassante lasciarmi cullare fra i suoi placidi marosi.
Perché, per quanto drammatici siano gli eventi narrati, a me
Murakami fa sempre questo effetto: mi acquieta, e fa venire voglia di
scrutare il buio dietro gli specchi.
Forse
è questo che facciamo per tutto il corso del romanzo... ma per
un'attività del genere capisco sia necessaria una certa
predisposizione. Peraltro l'autore ha decisamente scritto opere
migliori, con più pathos, più immaginazione e i cui vertici onirici
ci hanno condotti molto più in alto...
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