LA
CODA DELLA SCIMMIA
Che
potremmo sottotitolare: una storia vera e deliziosa su come le
prospettive sono diverse quando si è fanciulli…
Me
l’ha raccontata Mater, testimone oculare, e ha come protagonista la
mia nipotina più cucciola, allegra treenne dall’umore sempre gaio.
Orbene,
la stellina stava andando tutta gioiosa sulla giostra, divertendosi
un mondo. La classica giostra per infanti in cui monti sulla
riproduzione di un mezzo di trasporto in miniatura e, quando
finalmente entra in scena, prendi al volo il codino, mosso
sapientemente dall’alto, per vincere un altro giro. La tipica
giostra, insomma, semplice e poco impegnativa, che ogni bimbo sotto i
sette anni adora e vorrebbe non si fermasse mai, ma il cui vero
autentico piacere consiste proprio nell’afferrare al volo il
codino.
Nella
fattispecie non uno qualsiasi, ma la coda di una scimmia.
Lo
sappiamo perché attaccata alla coda c’era proprio lei, la scimmia,
ovviamente in veste pupazzosa.
A
volte acchiappare la coda dipende dall’abilità del bambino, altre
dalla volontà del giostraio di farlo vincere, nel senso che spesso
questi decide di favorire un utente piuttosto che un altro,
servendogli l’ambita preda su un piatto d’argento.
Ed
è esattamente quel che stava accadendo con mia nipote: il giostraio
le faceva penzolare la coda davanti al viso ogni volta che poteva.
Niente. Ci riprovava. Niente.
La
bimba rimaneva impassibile o si scostava.
Alla
fine il giostraio gliel’ha appoggiata direttamente sul naso.
Niente.
Mater,
sul lato a fare il tifo, continuava ad incitare la cucciola e ad
invitarla a prendere sta benedetta coda, pensando che lei non
capisse, che fraintendesse, spiegandole che doveva e che, anzi, le
conveniva.
Niente.
La
bimba, pur sorridendo, faceva cenno di no con la testa, amabilmente
cocciuta.
Il
giostraio, dal canto suo, continuava a sforzarsi di favorirla, ma
lei, dura, non alzava nemmeno le manine, anzi, scuoteva la testa e se
possibile, si girava dall’altra parte.
Finita
la corsa, Mater ha interrogato la piccina: “Ma, insomma, hai capito
che avresti vinto un altro giro?”
“Sì”,
ha annuito la bimba.
“Eh,
però dovevi prenderla!”
“No”,
ha sorriso lei. “Non dovevo.”
“Come
no? Sì!!! Perché non l’hai presa?!”
E
la cucciola, d’un fiato: “Perché alla scimmia, se le stacchi la
coda, le fai male!!!!”
Sic.
A
volte noi grandi non capiamo proprio nulla.
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