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lunedì 16 gennaio 2017

La bambina e il giostraio

LA CODA DELLA SCIMMIA


Che potremmo sottotitolare: una storia vera e deliziosa su come le prospettive sono diverse quando si è fanciulli…
Me l’ha raccontata Mater, testimone oculare, e ha come protagonista la mia nipotina più cucciola, allegra treenne dall’umore sempre gaio.
Orbene, la stellina stava andando tutta gioiosa sulla giostra, divertendosi un mondo. La classica giostra per infanti in cui monti sulla riproduzione di un mezzo di trasporto in miniatura e, quando finalmente entra in scena, prendi al volo il codino, mosso sapientemente dall’alto, per vincere un altro giro. La tipica giostra, insomma, semplice e poco impegnativa, che ogni bimbo sotto i sette anni adora e vorrebbe non si fermasse mai, ma il cui vero autentico piacere consiste proprio nell’afferrare al volo il codino.
Nella fattispecie non uno qualsiasi, ma la coda di una scimmia.
Lo sappiamo perché attaccata alla coda c’era proprio lei, la scimmia, ovviamente in veste pupazzosa.
A volte acchiappare la coda dipende dall’abilità del bambino, altre dalla volontà del giostraio di farlo vincere, nel senso che spesso questi decide di favorire un utente piuttosto che un altro, servendogli l’ambita preda su un piatto d’argento.
Ed è esattamente quel che stava accadendo con mia nipote: il giostraio le faceva penzolare la coda davanti al viso ogni volta che poteva. Niente. Ci riprovava. Niente.
La bimba rimaneva impassibile o si scostava.
Alla fine il giostraio gliel’ha appoggiata direttamente sul naso. Niente.
Mater, sul lato a fare il tifo, continuava ad incitare la cucciola e ad invitarla a prendere sta benedetta coda, pensando che lei non capisse, che fraintendesse, spiegandole che doveva e che, anzi, le conveniva.
Niente.
La bimba, pur sorridendo, faceva cenno di no con la testa, amabilmente cocciuta.
Il giostraio, dal canto suo, continuava a sforzarsi di favorirla, ma lei, dura, non alzava nemmeno le manine, anzi, scuoteva la testa e se possibile, si girava dall’altra parte.
Finita la corsa, Mater ha interrogato la piccina: “Ma, insomma, hai capito che avresti vinto un altro giro?”
“Sì”, ha annuito la bimba.
“Eh, però dovevi prenderla!”
“No”, ha sorriso lei. “Non dovevo.”
“Come no? Sì!!! Perché non l’hai presa?!”
E la cucciola, d’un fiato: “Perché alla scimmia, se le stacchi la coda, le fai male!!!!”
Sic.

A volte noi grandi non capiamo proprio nulla.

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