Se ti è piaciuto il mio blog


web

martedì 24 gennaio 2017

Racconti intimi e stratificati

UOMINI SENZA DONNE
di Haruki Murakami


La cifra del volume, una raccolta di sette racconti, è contenuta nel titolo (che è anche quello dell’ultima storia), e calca in particolare sul “senza”, di norma percepito come una mancanza profonda, quasi una lacerazione, ma ha declinazioni diverse, che creano riverberi e corrispondenze, sospensioni e vuoti d’aria, le quali possono virare più sul fantastico come, più spesso, mantenersi nei canoni sottotono della grigia normalità.
Questa volta, infatti, Murakami aderisce soprattutto al suo filone realistico, trascurando la sua fervida immaginazione a favore di indagini sentimentali e introspezione.
I racconti, infatti, sono intimi e stratificati, romantici e consolatori, eppure fatti di sofferenza, tragici persino, con sonorità commoventi, che talvolta si preferisce sottintendere piuttosto che esplicitare.
Le trame indulgono nei delicati temi relativi ai tormenti interiori (solitudine, abbandono, tradimento, morte, suicidio), e, naturalmente, all’amore o alla fine di esso, il tutto con uno stile minuzioso ma placido, che seguiresti comunque, a prescindere da ciò che narra, per il genuino piacere di farti scortare dal suo autore nei territori segreti dell’anima.
Tra tutti, il racconto che prediligo è “Kino”, dai contorni vagamente fiabeschi, bellissimo e suggestivo, a livello concettuale e metaforico, ma da segnalare c’è pure il bizzarro seguito de “La Metamorfosi” di Franz Kafka, dai toni surreali e grotteschi, quasi allegri, in cui, rivoluzionando i presupposti del classico in lingua tedesca, lo scarafaggio si sveglia nel corpo di Gregor Samsa. Con tutte le conseguenze del caso…

Un volume evocativo, dolce, nostalgico, sofisticato e permeato di eleganza, che, man mano vi ci si addentra, risulta più coinvolgente e fluido...

Nessun commento:

Posta un commento