THE
EXORCIST
Ho
visto questa serie tv solo per via dell'insistenza di MPM, paventando
la solita ripetizione di temi già raccontati nel romanzo e nel film
di Friedkin, annacquati ed esasperati, ma mi sono dovuta ricredere.
Trattasi
di un'opera dotata della sua originalità e dei suoi elementi
innovativi (la setta, in particolare), che, con un ottimo e
insospettabile coup de théâtre
attorno a metà serie, si rivela essere un puntuale seguito apocrifo
de “L'esorcista”.
Come
l'epigono, più che terrorizzante, risulta disturbante in modo
sottile quanto pervicace, affascina per la concezione del male e del
bene, e in più sviluppa numerose sottotrame, separando efficacemente
il concetto di Dio e di Fede da quello di Chiesa, puntando altresì
su un'incisiva costruzione della trama, la quale, dal canto suo,
appare magnetica sin dal primo episodio, grazie ad un astuto
ribaltamento.
Vanta,
inoltre un'ottima fotografia, un buon uso della colonna sonora (che
evita di abusare di “Tubular Bells” di Mike Oldfield,
sfruttandola una volta sola, ma in modo magistrale) e un cast di
pregio, in cui spiccano il carismatico Padre Marcus (Ben Daniels) –
di cui non possiamo non innamorarci – e Angela (niente meno che
Geena Davies), laddove invece il belloccio Padre Tomas (Alfonso
Herrera), che in principio ci parrà noioso e inutile, cresce e
acquista spessore con il proseguire della vicenda.
Nonostante
le premesse iniziali, persino Padre Bennett (Kurt Egyiawan), nelle
prime puntate davvero antipatico, saprà conquistarci e presto
temeremo per lui.
Molti
colpi di scena, vomitate relativamente ridotte (anche se abbondano le
camminate strane), alcune intuizioni vincenti (ad esempio, la
faccenda del “dopo” e dei programmi tv).
Soltanto
dieci episodi.
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