IL SECONDO
DIARIO MINIMO
di Umberto Eco
Se
possibile, ancora più effervescente del primo: più corposo, più
estroso, più vario, nonché frammisto a “bustine di minerva” (si
veda post 21 ottobre 2016) e a divertissement di varia natura.
Iniziamo con
le “Storie Vere”, che, come dice Eco, sono spesso in bilico tra
“fantascienza e fantatiquariato”, tra la critica sociale e la
burla: spiritose, simpatiche, persino quando eccedono un po’ in
verbosità, come la demenziale corrispondenza di militari
extraterrestri di molte galassie, che ci ricordano le pecche
nostrane, o gli assurdi e spassosi concorsi a cattedra, che
ironizzano su filosofia e letteratura, postulando una commissione
immaginaria che valuti i grandi del passato…
Seguono le
“istruzioni per l’uso”, sugli argomenti più disparati e dense
di disavventure o consigli bislacchi, ad esempio: “come sostituire
una patente rubata” o “come viaggiare con un salmone” (sul
serio!), o godibili riflessioni di costume, quali “come mangiare il
gelato” o “come riconoscere un film porno”.
La III
parte, invece, contiene bizzarri frammenti dalla cacopedia, ossia,
come spiega Eco, la summa del sapere negativo, o antisapere. Per
intenderci: dissertazioni sulle tre civette sul comò, o il progetto
per una facoltà di irrilevanza comparata…
E ancora
troviamo filastrocche per adulti (alcune delle quali irresistibili),
mutuate su “La vispa Teresa” come sul leopardiano “Il sabato
del villaggio”, per tacere della storia della filosofia in rima, o
delle amenità su Proust, Mann e Joyce, o ancora delle vignette
filosofiche…
Nella V
parte, invece, il nostro si diletta con giochi di parole: lipogrammi,
testi monovocalici, definizioni e freddure… Lapidari e arguti i
“come va?”, in riferimento a come risponderebbero alla domanda
personaggi noti (immaginari e non), tipo:
Edipo: la
mamma è contenta.
Lucifero:
come dio comanda.
Ulisse:
siamo a cavallo.
Unico neo?
Per quanto mi riguarda, piccolo e trascurabile, la passione di Eco
per quella che lui stesso in altra opera ha descritto come “la
vertigine della lista”… Ossia, in questo caso, l’abitudine di
reiterare troppo i concetti.
Nel
complesso, comunque, un’opera vivace, intellettuale, sfaccettata e
strabiliante..
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