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venerdì 23 giugno 2017

Il segreto è l'ardore

L'ARDORE
di Roberto Calasso


Non un semplice compendio di mitologia indiana... Qualcosa di più. Che cerca di rivelare significati e retroscena, rintracciando l'umanesimo nella mitologia universale, e viceversa, estraendo dalla mitologia universale (e indiana in particolare, seppur talvolta filtrata attraverso le altre) i paradigmi dell'uomo. 
Esaminando e studiando i Riti, più che le storie e i personaggi.
Dicotomici, contraddittori, paradossali.
Sublimi.
E il segreto è l'ardore, dunque, il Tapas, con cui Prajapati fomenta la visione, che a sua volta esalta l'ardore. Non c'è traccia di volontà, o meglio, ogni volontà è desiderio. La divinità da cui dipende la creazione è soltanto mentale e dà luogo ad una combustione invisibile. L'ardore, appunto. Che ha il suo contraltare nel Sacrificio (che, guarda caso, è alla base di ogni religione).
Prajapati, infatti, è stato neutralizzato da Morte durante il processo della creazione. E allora per mille anni ha dovuto praticare il Tapas per superare la morte. E mille anni corrispondono alla durata della sua vita. Quindi la vita intera del creatore non è che un tentativo di sottrarsi alla morte.
Ho deciso di leggere questo libro dopo aver amato “Ka” e “Le Nozze di Cadmo e Armonia” e aver scoperto che costituiscono un unicum letterario. In effetti “L'Ardore” ne risulta una sorta di altra declinazione. E tuttavia non c'entra niente, perché diversi sono il punto di partenza, gli intenti e il punto d'arrivo.
“L'Ardore” è più impegnativo, meno fiabesco e più intenso. Ti chiede di più, come lettore, e di più ti restituisce, ma non tutto insieme. 
Intellettuale, colto, ma pure vigoroso a livello emozionale.

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