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martedì 27 giugno 2017

Quel che conta è volersi bene

UNA COSA DA NULLA
di Mark Haddon


Per quanto diverso nelle sue premesse, componenti e sviluppi, il romanzo è sostanzialmente una versione alternativa de “La Casa Rossa” (si veda post del 10 febbraio 2017), solo più lunga (troppo: duecento pagine in meno l'avrebbero alleggerita e resa più incalzante) e scritta sei anni prima.
Molti, infatti, i punti in comune, per quanto finalizzati a raccontare un'altra storia: la protagonista è di nuovo una famiglia allargata disfunzionale che viene posta dinnanzi i suoi numerosi problemi, e che, piano piano, li affronta, uno per uno (magari con qualche esplosione nel mezzo), ben sapendo che alla fin fine quel che conta è volersi bene... Sebbene l'autore sia bravo soprattutto nel rappresentare i contrasti animati e i circuiti mentali che fanno tilt. E in tal senso non ci facciamo mancare niente. Dal tumore immaginario al quasi suicidio, dalle relazioni che collassano al tradimento, dal matrimonio che va a rotoli alla follia temporanea... Per fortuna lo stile di Haddon, oltre che mordace (ma non sempre), sa essere ironico (ma avrebbe potuto esserlo di più), oltre che analitico e perspicace. 
Inoltre, l'architettura dei due romanzi è la medesima, con il suo procedere a spezzoni che si succedono e si incastrano, con la sua coralità e le sue soggettive (più ampie, questa volta)... Tuttavia, per quanto le situazioni alla base siano più diversificate e di impatto qui, quelle de “La  Casa Rossa” mi erano parse più efficaci, più genuine, forse proprio perché meno eclatanti.
In linea di massima un'opera gradevole dotata di una prosa valida... Purtroppo, però, poco appassionante, a dispetto della potenzialità di tante situazioni. La pecca maggiore, credo, sono i personaggi: non antipatici, ma nemmeno simpatici, le cui idiosincrasie, quindi, interessano solo fino ad un certo punto. E che, per quel che mi riguarda, sono troppo diluite.

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