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venerdì 20 ottobre 2017

Il piacere di (ri)scoprire canzoni

DYLAN LYRICS


Tre volumi con tutte le canzoni di Bob Dylan, dal 1961 al 2012: finalmente!
Che poi, magari, sono usciti da tempo, ma io li ho rinvenuti per caso, curiosando in libreria... 
Sono cartonati, dall'ottima veste grafica, scritti grandi, come piace a me, con il testo originale e, a fronte, la traduzione in italiano. La carta sembra riciclata, ma è bella spessa, mentre il prezzo, rispetto al numero di pagine, è davvero modico. In fondo a ciascun tomo le “note del traduttore”, che si impegnano a tener conto di varianti, aneddoti e riferimenti.
Da parecchio mi ripromettevo di approfondire il discorso Dylan, non tanto per la faccenda del Nobel (che, anzi, avevo criticato, rimanendo tuttora sulle mie posizioni), quanto perché De André, il mio cantante preferito dell'eternità, ha sempre ammesso un debito nei suoi confronti...
E infatti, oltre a canzoni bellissime che non conoscevo e a racconti in musica (anche se li si legge in silenzio e non si ha idea di come li abbia interpretati Dylan, la musica, in qualche modo, fa sempre eco e sempre si affaccia tra un verso e l'altro), oltre a storie di vita, di uomini e di donne, di sentimenti e satira sociale, ho ritrovato con godimento e nostalgia tante delle radici del mio Faber, a volte esplicite e dichiarate (“Desolation Row”, qui tradotto con “Vicolo della Desolazione”, ossia “Via della Povertà” di “Canzoni” FdA o “Romance in Durango”, divenuto “Avventura a Durango” in “Rimini” FdA) a volte più sottili (“John Brown”, pur molto diverso sotto tanti aspetti, per altri versi mi ricorda, invece, parecchio “La Guerra di Piero”).
A ciò, si è aggiunto il piacere di scoprire la traduzione (diversa e talvolta irriconoscibile da quella che avrei fatto io, che l'inglese lo mastico poco, anche solo per questioni lessicali) di testi che adoro da tempo. 
Leggere tutto di seguito, peraltro, conferisce ad ogni strofa un valore ultroneo e nuovo, permette di cogliere meglio le sfumature, le evoluzioni stilistiche, la poetica,  e, intenzionalmente o no, delinea un percorso intellettuale e umano che man mano diviene più avvincente.    
Grazie Feltrinelli!

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