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martedì 10 ottobre 2017

Lo sguardo ammaliato del navigatore

SHOGUN
di James Clavell


Romanzo storico-avventuroso ambientato nel Giappone feudale del 1600, frutto di fantasia, ma pieno di traslati e di ammiccamenti alla realtà dell’epoca, è favoloso per entrare gradatamente nell’ottica del periodo e nel sistema di pensiero orientale, dato che ciò avviene a poco a poco e attraverso lo sguardo ammaliato del navigatore inglese John Blackthorne. 
Si apprende la Storia, dunque, ma anche la quotidianità del tempo, e non solo per faccende quali il suicidio rituale, ma altresì per questioni apparentemente più ordinarie (dal punto di vista nipponico), come ad esempio il rapporto con i frequenti terremoti.
Lo avevo letto qualche anno fa e ricordo che mi era piaciuto, la lettura era risultata incalzante e intenso, ma, complice l’entusiasmo della mia amica che me lo aveva consigliato, mi aspettavo sarebbe stato più coinvolgente, più emozionante.
Peraltro trattasi senza dubbio di un’opera valida, che si affranca dalla banalità dei bestsellers alla Wilbur Smith, iscrivendosi in un panorama più complesso, più accurato, meno scontato, per quanto gli ingredienti di fondo contemplino, come sempre, avventura, storia, il contatto con una cultura nuova e affascinante, esotismo e l’immancabile vicenda d’amore tormentata. La bella Mariko, infatti, la traduttrice di John Blackthorne, è già sposata… 
Gli esiti, per fortuna (o per sfortuna, tutto è relativo), non sono votati all’ovvietà e ad interessare davvero l’autore è soprattutto l’ascesa di Toranaga, futuro Shogun.  
Sicuramente apprezzato dagli amanti della cultura giapponese, ma anche dei buoni romanzi.

P.S.
Può ricordare in alcuni passaggi il film “L’ultimo Samurai” del 2003, ma è stato scritto assai prima: nel 1975!

P.P.S.
E’ il primo volume di una trilogia, che comprende Tai-pan e Gaj-jin.

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