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mercoledì 11 ottobre 2017

Vivere il riflesso delle scelte di un altro

MORIRE IN PIEDI
di Adrian Tomine


Primo volume che leggo di Tomine, non sarà l’ultimo.
In particolare questa è un’antologia di racconti, sei, ove ciascuno rappresenta un mondo a sé, con uno stile proprio e personalizzato, un registro diverso e un peculiare modo di narrare.
Si alternano colori e bicromie, strip (con tanto di tavole domenicali) e illustrazioni con commento, per passare a fumetti più tradizionali, caratterizzati dalla precisione e dalla pulizia del tratto.
In quanto ai singoli racconti, come recita la quarta di copertina, ad accomunarli è la stessa condanna che devono scontare i protagonisti: “vivere il riflesso delle scelte di un altro”.
Le declinazioni, però, sono molteplici, gli incipit e i personaggi diversificati:  sanno di quotidianità e di famiglia, di gente che vive ai margini della propria esistenza, cercando di non disturbare, eppure le loro vicende conservano intatta la loro dose di straordinarietà. L’incedere delle cose ci viene mostrato in presa diretta e siamo noi a dover sospirare, sbuffare, e poi trarre le conclusioni, anche se, a volte, rimaniamo spaesati, destabilizzati, disorientati.
Ma ci piace, questo, ci piace da matti (sì, esattamente come quando leggiamo Carver). 
Perché, ancora di più, fa sembrare tutto vivo, vivido e vero.
I risvolti sono variegati, gli inizi tra i più disparati e fantasiosi, svettano ironia e, persino, un po’ di cinismo, ma allo stesso tempo la dimensione è fortemente umana, poco eclatante, ma introspettiva e profonda.
Tra i miei preferiti “Una breve storia della forma d’arte nota come Ortiscultura” e “forza Gufi”.
Adesso bramo di procacciarmi “Una lieve imperfezione”, sempre di Tomine, il cui titolo mi attrae non poco.

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