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martedì 24 ottobre 2017

Un'esperienza originale

LE STANZE DELL’ARMONIA
- Nei Musei dove l’Europa era già unita -
di Philippe Daverio


Daverio ci regala un viaggio nei principali Musei della cultura occidentale (America inclusa), con il suo consueto approccio tra l’erudito, il curioso e il divulgativo, commisto di simpatia e strizzate d’occhio, questa volta, però, rinnovando il metodo, cambiando la prospettiva, tornando, così, a solleticarci e a farci desiderare che il gioco continui e continui e continui ancora…
E insieme alla storia dei Musei (ad esempio: Ermitage, Prado, Louvre, Uffizi, Pinacoteca di Brera, MoMA) e dei loro temi, ci narra, di volta in volta, la Storia della città, dell’arte, del Paese e dell’Europa… 
Lo ammetto, benché avessi smesso di crederci, quest’opera è tornata ad entusiasmarmi come fosse la prima che leggo di Daverio, fresca e piena di sorprese, stuzzicante e amena.
Come esperienza è originale e, per quanto mi riguarda, mi aiuta a colmare un grosso buco. Da sempre, infatti, leggo libri di Arte, ma non mi sono mai documentata circa i percorsi dei Musei, tanto meno in ordine alla loro origine, sviluppo, e aneddotica, qui, per giunta, infarcita di ardite connessioni…  
Dopo una bellissima ed emozionante introduzione, volta a spiegarci che cosa facciamo “qui” e come ci siamo arrivati, andiamo, dunque, a scoprire le varie raccolte, a cominciare da quelle italiane, e in particolare i Musei Vaticani.
Ad ognuna viene dedicata circa una decina di pagine corredate, come sempre, da grandi fotografie a colori di ottima qualità, in cui, appunto, l’autore crea un contesto e ci vengono illustrate genesi e caratteristiche, saltabeccando, talvolta – e con estremo divertimento – da un’epoca all’altra. 
Segue il “Passepartout”, ove Daverio propone, per ogni Museo, percorsi alternativi, insoliti, meno battuti, o, semplicemente, peculiari, senza trascurare scultura o manufatti vari.    
Come di consueto il volume scorre snello e rapido, tanto che, come in tutte le occasioni in cui lo si fa davvero, quasi non ci si accorge di apprendere.

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