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lunedì 9 ottobre 2017

Il problema è lo stile

I SEGRETI DI MIO MARITO
di Liane Moriarty


L’Autrice è la stessa di “Piccole Grandi Bugie” e mi andava di fare un confronto con un’altra sua opera, anche al fine di comprendere meglio la prima.
Ebbene, i tratti salienti sono gli stessi: madri sciroccate e super esaltate, una critica all’ipocrisia del perbenismo, un omicidio, una certa coralità in cui a far da collante è la scuola dei bambini, problematiche familiari.
La storia è anche ben costruita, con queste tre donne, le cui vicissitudini si intersecano, totalmente diverse fra loro, a completare l’uno il punto di vista dell’altra per offrire sfaccettature differenti, persino contrastanti. E’ incalzante, assai  approfondita sul piano psicologico, ma…
Mi rendo conto ora, non fa per me.
Inizialmente temevo che i presunti segreti del marito fossero deludenti tresche piccolo borghesi e mi annoiava a morte ‘sto tira-e-molla di congetture da parte di Cecilia, la moglie sottintesa nel titolo (giacché il coniuge è il suo) nonché la prima delle tre protagoniste (le altre due sono Tess, alle prese con il matrimonio in crisi, e Rachel, nonna efficiente che vent’anni prima ha perso una figlia). 
Non lo sono, anzi, i segreti in questione (che poi sono uno, ma grosso come una casa) costituiscono una vera e propria bomba narrativa. E anche le altre due storie parallele (ma non esattamente tali) hanno il loro tocco di originalità, oltre al fatto che la trama è sviluppata con lucida coerenza e come tale è senz’altro molto apprezzabile.
No, il problema è lo stile dell’autrice.
Troppi aggettivi e troppo scintillanti, per i miei gusti, un incedere troppo frammentato e al contempo capzioso, troppo glamour e con quella patina che mi sa di finto a rivestire ogni frase.
Non è che Liane Moriarty scriva male.
Scrive bene, è scorrevole, ma…
Mi sembra tutto così preconfezionato e ridondante da irritarmi. In più mi disturba il fatto che sia così… femminile. Insistentemente femminile. Al punto che ho l’impressione che sia impossibile da leggere da parte di un uomo.  
E io preferisco cose un po’ più universali.
Mea culpa.
Il romanzo comunque è piacevole, solo che non mi ha lasciato granché e appena l’ho finito è come evaporato. 
Perfetto se si è donna e sotto l’ombrellone (o in treno).
Carente se si aspira a qualcosa di più del semplice passatempo.

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