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giovedì 26 ottobre 2017

Un'esperienza cromatica

LE RAGAZZE NELLO STUDIO DI MUNARI
di Alessandro Baronciani


Bruno Munari, il designer. Ma anche grafico, pittore e scultore.
Esattamente come questo non è solo un fumetto, ma... un'esperienza. Figurativa, cromatica, tattile... nel flusso della memoria, nell'arte di raccontare, sperimentando suggestioni e azzardando confronti e speculazioni. 
E così, se una pecorella ci dice: “Toccami!”, noi dovremmo accarezzarla e scopriremo il suo morbido vello, come i bambini con i loro libri. E se l'opera è in bianco e nero, talvolta potremo sorprenderci di come il mondo cambia, sul piano comunicativo e delle sensazioni, a seconda di luce e colori, mentre riflettiamo sui film di Antonioni...
Pazienza se il protagonista è odioso (o, se vogliamo essere più o meno generosi, affetto da problemi relazionali o fortemente immaturo) e non ci suscita empatia: le pagine sono così ampie e belle, il modo di narrare così fluido e affascinante – e non solo per “gli effetti speciali”, ma soprattutto per scelte lessicali, digressioni e “dolce ponderatezza”, ricca di grazia e di soavità, che si trasfonde altresì nei disegni, semplici, ma incantevoli – che seguiamo volentieri il dialogo che Fabio, libraio e collezionista di volumi, intesse con noi dopo che la sua fidanzata lo ha lasciato... E confondiamo la sua storia con altre, riempiendole di riflessioni e riferimenti (l'aspetto più interessante del libro), giocando con tutto ciò che il foglio e la matita possono offrire.
Un'opera colta, intelligente, fatta di introspezione e strizzate d'occhio, utile per confrontarsi con se stessi, per dare concretezza al passato personale, anche quando non è il nostro, perché qualcosa di noi inevitabilmente sempre si affaccia...
Non particolarmente originale, magari, sotto il profilo della mera trama, e originale proprio per questo. Perché è la storia di tutti, ma non assomiglia a quella di nessuno.

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