Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 22 novembre 2017

Disegnare la malinconia

NOTTETEMPO
di Luca Russo


Intanto ci sono i disegni, vere e proprie tavole pittoriche: viene voglia di isolare ogni vignetta e metterla in cornice. I colori, la composizione, l’angolazione… ogni dettaglio è ricercato e perfetto, a partire dalle prime pagine marine. E contiene qualcosa che va oltre la mera rappresentazione. Qualcosa che è malinconia, ma anche sublime ariosità, facondia, spazio dell’anima. Si percepisce anche soltanto sfogliando le pagine, senza bisogno di leggere le didascalie. 
Che, peraltro, non corrispondono a pleonastiche descrizioni, ma raccontano una storia diversa, che pure è “lei”.
Diversa perché si regge sulle sue gambe e ha vita propria.
Che è “lei” perché la fusione tra testo e immagine è così simbiotica che non può che essere quella. Che deve essere quella. Benché ad ogni rilettura cambi, deviando un poco da quello che ci pareva essere il suo percorso.
Una trama profonda, che parla di arte, di morte, di legami indissolubili, di ispirazione e di amore. Di sé e degli altri. Di passato e futuro. Un trama la cui narrazione è pluristratificata e non procede linearmente, eppure è logica e metodica, a suo modo, rigorosa, concreta. E fa male. Ma è anche di una bellezza struggente, che illumina e riempie, dando un senso alle cose (cose arcane e misteri immortali), incluse quelle (non della graphic novel, ma della vita stessa) che apparentemente non ne hanno.   
Già così l’opera sarebbe indimenticabile.
Ma a migliorarla, a renderla più potente, ci sono tocchi onirici, surreali, allegorici. Che ci ricordano Magritte, è inevitabile, ma che non rinunciano alla loro dimensione individuale, fatta, più che di stupore e immobilità, di un’oppressione ondivaga, che si spezza, e che, al contempo, risulta in qualche modo confortante, lirica, vibrante.
Un fumetto da leggere e rileggere più volte, con modulazioni diverse, a seconda del proprio stato d’animo.
Tutte indelebili.

Nessun commento:

Posta un commento