Se ti è piaciuto il mio blog


web

martedì 7 novembre 2017

Non c'è atmosfera

IT
di Andrés Muschietti
(2017)


Non ci siamo.
Non mi è piaciuto né come horror, né come romanzo di formazione, né come trasposizione dell'opera kinghiana.
Intendiamoci, non è tutto da buttare.
Bill Skarsgard è spaventoso quanto seducente nei panni di Pennywise, e pure il doppiatore italiano è azzeccato: ha un modo di parlare simpatico, affabile e affabulatore, ma con qualcosa che raschia sotto e minaccia di erompere a tradimento, divorando tutto. Come di fatto accade quasi subito, con un bel morso fatto di denti fitti e acuminati. 
La prima scena, quella di Georgie, è perfetta e magnificamente brutale, con il braccino strappato e gli occhioni enormi.
Poi, però, ci stufiamo a vedere sto pagliaccio saltar fuori a destra e sinistra. Le scene si fanno monotone, ripetitive e per nulla terrificanti. Sbadigliamo persino un po'. Il peggio è che non c'è tensione, non c'è suspense, solo un senso di oppressione malsana che inficia anche le scene che dovrebbero trasmettere altro.
I personaggi stessi non sono riuscitissimi... Solo Ben, per quanto mi riguarda, ha il giusto grado di innocenza e dolcezza. Bill manca di lirismo, Beverly, oltre a non essere carina come dovrebbe – pare il clone di Molly Ringwald –, non mi dice molto... Richie, poi, nonostante sia interpretato dal mio prediletto Finn Wolfhard di Strange Things, è disastroso: benché abbia l'unica battuta decente del film, anziché spiritoso, brillante e arguto, risulta fastidioso e volgare...
Certo, se si fa il paragone con il Tv movie del 1990, questo It è quasi carino. Ma stiamo parlando di un Tv movie, appunto. Di ventisette anni fa. Trasmesso in prima serata. Che pretendiamo? 
Il confronto con il romanzo di King, per contro, è avvilente.
Non è una questione di fedeltà, è chiaro che tante cose devono essere cambiate e che si tratta di mezzi di comunicazione diversi. 
E' una questione di spirito. E qui la pellicola si fa più carente. Non c'è il legame fortemente empatico con e tra i personaggi. Non c'è la magia, la bellezza, la solidarietà, la coesione. La difficoltà e la poesia di essere adolescenti nerd (che invece, ad esempio, è stata resa così bene in Stranger Things). Non c'è atmosfera, complessità o spessore. 
A dispetto dell'incipit strepitoso, il film è stucchevole, commerciale, vuoto. Ridotto ad un prodotto ibrido, che non è carne né pesce, pensato per il consumo delle masse che nemmeno amano l'horror o il fantastico, ma semplicemente vogliono essere intrattenute. E poi passare ad altro.
Non oso immaginare come sarà la seconda parte, con i protagonisti adulti, che neppure nel romanzo mi aveva entusiasmata.

Nessun commento:

Posta un commento