PUNCH
AL RUM
di Elmore Leonard
Delusa.
Da
questo romanzo è stato tratto il film di Tarantino “Jackie Brown”,
non uno fra i miei prediletti, ma senza dubbio carino, intelligente,
coinvolgente.
Il
romanzo invece… non mi ha detto nulla.
Ma
nulla proprio.
La
trama è la stessa, per quel che ricordo, e così Jackie – anche se
non si chiama Brown, bensì Burke – però… niente, non siamo
entrati in sintonia.
E
pensare che ho visto altri film tratti dai romanzi di Leonard (Out of
Sight, Get Shorty…) e mi sono piaciuti tutti. Insomma, credevo che
come autore lo avrei adorato. Ma no. Nada.
I
personaggi che nella pellicola con Pam Grier, Michael Keaton, Samuel
L. Jackson e Robert de Niro mi sembravano ricchi di spessore e di
carisma qui sono poco più dei nomi con attaccata qualche peculiarità
trascurabile. Il montaggio serrato e ammiccante di Tarantino è
ridotto ad un incedere stringato, ma senza sugo. Lo stile di Leonard,
soprattutto, è sciatto, funzionale, ma privo di… qualunque cosa.
Non sono una che necessita per forza di lunghe descrizioni, ma qui ci
sono solo dialoghi e azione, azione e altri dialoghi. Come se tutto
nel mezzo fosse superfluo. Solo che non lo è. Serve a creare
atmosfera, contesto, a delineare i caratteri dei protagonisti, a
sedurci e farci innamorare…
Qui
c’è un buon impianto di base, una storia piacevole, di per sé
anche ben costruita, ma non ce ne importa nulla, perché siamo
completamente indifferenti a quel che capita ai personaggi. Vivono,
muoiono, sono buoni, cattivi… Embè? Chi se ne cale.
Certo,
le scene scorrono veloci e fluide. Comprendono sparatorie, truffe,
ammazzamenti, traffico d’armi… Ma, per quanto mi riguarda, non
facevo che sbadigliare.
Brutto?
Magari no.
Ma
da un libro sono abituata ad aspettarmi qualcosa di più. Emozioni e
fascinazione, ad esempio.
Dubito
che leggerò altro di Elmore Leonard.
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