ARTE
di Yasmina Reza
Nonostante il titolo non si parla di Arte. Non proprio.
L'Arte è semmai il punto di partenza per una discussione che contiene verità opinabili e punti di vista divergenti. Che porta all'affiorare di nervi scoperti, altarini, rivalità e tensioni irrisolte.
In pratica è la versione de “Il Dio del Massacro” meno graffiante e con un quadro moderno al posto di un litigio fra bambini. Con tre amici di vecchia data (Serge, Marc e Yvan) in sostituzione di due coppie di genitori.
Un'opera teatrale, dunque, piuttosto breve, ma abbastanza incisiva, sebbene smorzata nei toni rispetto al predecessore, e senza la stessa carica innovativa.
Però interessante e tale da permettere al lettore molte riflessioni.
Sull'Arte, certo.
Ma ancora di più sull'amicizia.
E ancora di più sull'ipocrisia che talvolta fa da collante.
Che un po' frustra e un po' diverte.
E un po' intristisce pure.
A patto però di sorvolare sulle perplessità che suscita (a nessuno è venuto in mente che il quadro, al di là dei pregi intrinseci, possa essere un semplice investimento? E dov'è finita la libertà di fare quel che si vuole con i propri soldi? E il rispetto per il prossimo? E c'è bisogno di essere così brutali nell'esprimere la propria opinione?). Questa volta, per quanto godibile, il climax mi è parso precipitoso e parzialmente gratuito e ingiustificato. Se ci rifletto, infatti, a colpirmi non è la facilità con cui è scoppiata quest'amicizia, ma il fatto che sia rimasta in piedi, seppur posticcia, per tutti 'sti anni...
Per concludere, una pièce carina e intelligente, dalle basi non troppo solide, ma riscattata dalla ferocia dei dialoghi e dall'ottimo ritmo.
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