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mercoledì 19 dicembre 2018

Molti spunti ma poca verve

LA BOTTEGA DEGLI ERRORI
di Douglas Lindsay


Commedia nera, che più nera non si può, travestita da thriller e animata da spunti geniali, quanto assurdi e paradossali, a volte vagamente sadici e veterosplatter, ma che avrebbe potuto avere più verve, specie sotto il profilo stilistico.
In realtà non mi spiego che cosa esattamente le manchi: l'autore è ironico e cinico q.b., però la sua prosa risulta come edulcorata, diluita, e le sue favolose stilettate a volte si smarriscono fra le parole perdendo incisività. Eppure non è prolisso, e nemmeno pedante o noioso. 
Forse, a ben rifletterci, il problema sta allora nel protagonista, il barbiere Barney Thomson, che, a differenza della madre, è un po' troppo timido, represso e compassato (esattamente il tipo di personalità che io patisco). Per quanto, anche ai fini degli sviluppi della storia, debba essere proprio così. 
Sia come sia, il romanzo si legge in fretta e volentieri, mentre la trama è una vera delizia, molto originale, e non si fa mancare niente: dal serial killer misterioso agli omicidi tragici e involontari. Anche se, a dirla tutta, tra uno schizzo di sangue e un corpo simpaticamente smembrato (no, l'avverbio non è casuale: c'è davvero una forte carica di simpatia nello smembramento dei corpi), suscita per lo più risate a denti stretti. 
Di questo romanzo esiste anche una trasposizione cinematografica del 2015, con Emma Thompson e Robert Carlyle, che è anche regista. C'è qualche differenza, ma nel complesso il film è abbastanza godibile, benché mi abbia trasmesso la medesima sensazione del libro: carinissimo, ma avrebbe potuto essere più salace.

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