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giovedì 6 dicembre 2018

Trentotto anni dopo

CANNIBAL HOLOCAUST 2
di Ruggero Deodato


Incredibile. Dopo oltre trent'anni, ecco il seguito, in versione libro illustrato (niente meno che da Miguel Angel Martin), del tremendo horror cannibalico del 1980.
Considerato che, per motivi a me incomprensibili, il post con la recensione del filmaccio in questione è da sempre il più cliccato del Blog, recensire il volume è per me un dovere quasi etico.
Ebbene, da dove iniziare?
Dall'accorata e semi-commovente introduzione dell'editore? Dalla stupenda fine intrisa di giustizia poetica, che da sola vale sicuramente il disturbo dell'acquisto?
No, niente spoiler... Mi limiterò a considerazioni sparse e lapidarie, perché qui c'è così tanto da dire che se no mi va in crash il cervello. Eccole qui:
Ruggero Deodato compare tra i personaggi protagonisti, e con lui Francesca Ciardi, interprete del film originale;
Chi ha timore che qui la violenza si lesini, non tema: si segue la regola del sequel horror, ossia più sangue, più violenza e, in questo caso, anche più impalamenti. Però, una chicca, non necessariamente di donne;
Per fortuna, nessun animale è stato maltrattato. Nemmeno virtualmente;
La trama comprende qualche passaggio illogico e un po' farraginoso, qualche atteggiamento mezzo incomprensibile dei protagonisti, qualche buchettino, qualche scivolone, ma anziché impoverire il risultato lo arricchisce, rendendolo più divertente, ed allieandosi perfettamente con gli eccessi dei filmacci fine anni 70, facendoci venire il dubbio che sia tutto calcolato;
Le illustrazioni sono affascinanti, e pure a colori, ma a volte anticipano gli sviluppi della trama, rivelando, ad esempio, ancor prima di leggere, chi viene ammazzato e come. Non si può affermare, però, che brucino i colpi di scena o che guastino il gusto della narrazione. Forse la raddoppiano persino;
Non sempre gli ammazzamenti sono creativi, ma ci sono alcune immagini potenti, che restano impresse nell'immaginazione;
Come dicevo, sulla violenza non si lesina, tuttavia questa viene resa meno macellante dalla rapidità delle descrizioni. Non si tratta di un romanzo, ma di uno script, e quindi, grazie al cielo, si dice che tizia viene stuprata, ma senza che ci venga mostrata fornendoci particolari dettagliati. E senza sentire urlare, per fortuna;
Viene meno, anche a livello puramente ipotetico, il tema della denuncia sociale. Inoltre, la trama è meno innovativa e meno lineare rispetto all'originale, apparendo, nel complesso, un po' pasticciata. Ma, ribadisco, questo non va a detrimento della godibilità.  

In ultimo, se devo esprimere un desiderio, è, molto banalmente, che venga realizzato il film. So che poi me ne pentirei, ma non potrei esimermi dal guardarlo, ipnotizzata. Sarebbe orribile. Ma straordinariamente catartico.

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