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lunedì 17 dicembre 2018

Pro e Contro di Andersen

FIABE E STORIE
di Hans Christian Andersen


Magnifica edizione integrale, illustrata e lussuosa di quasi 900 pagine. 
Che ho fatto una fatica boia a leggere. E non per via della lunghezza.
Le fiabe classiche di Andersen sono bellissime: La Sirenetta, Scarpette Rosse, La Regina delle Nevi, Il Soldatino di Stagno... Si perdonano volentieri la prolissità e quella punta di paternalismo, sempre ingentilite da splendide descrizioni e da frequenti tocchi di autentica poesia. Ma qui non ci sono solo queste. C'è tutto. E le descrizioni spesso divengono stucchevoli, le trame pedanti, mentre la tristezza e la malinconia regnano sovrane, fino ad avvelenarti l'umore.
Laddove i Grimm sembrano gioiosi e pieni di forza e carattere, Andersen induce il mal di stomaco, è inutilmente lacrimevole, odiosamente enfatico, a volte scontato, persino nei riferimenti – continui – a Tycho Brahe. 
Troppe e troppo ripetitive sono le storie didascaliche con protagoniste carabattole di vario tipo (teiere, pantofole, candele) sgradevolmente supponenti e piene di difetti, che imparano lezioni di vario genere. 
In effetti, col senno di poi, di Andersen avrei preferito un'accurata selezione. Diversamente si arriva ad odiarlo, perché per una fiaba incantevole ce ne sono venti orribili e pretenziose, che, talvolta, hanno come unico scopo quello di sbatterci in faccia elenchi noiosissimi.
Mi spiace, a dispetto delle magnifiche illustrazioni e della traduzione limpida, ho sinceramente rimpianto la mia solita ingordigia libresca.
Prossimo appuntamento con Jean De La Fontaine.
Sempre Donzelli, certo. Perché sono volumi fenomenali. Ma basta edizioni integrali.

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