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mercoledì 9 dicembre 2015

Ghiaccio sciolto

REGRESSION
di Alejandro Amenàbar
(2015)


Immensa delusione.
Per la fine, non per altro.
Per tre quarti il film è costruito bene, suggestivo, affascinante, non paurosissimo, magari, ma con alcune scene che, se pure di per sé non mostrano niente, ti si arrampicano comunque su per la schiena (quel sorriso, ad esempio... il sorriso di una degli incappucciati: puro cinebrivido).
L'argomento sono le sette sataniche che negli anni '90 trovano sempre maggior diffusione negli Stati Uniti, con il conseguente allarme sociale... In particolare, qui abbiamo una ragazzina, Angela (Emma Watson), che accusa il padre di aver abusato di lei... Il genitore, interrogato, dice di non ricordare nulla, ma che, dato che sua figlia non dice bugie, deve essere vero. A questo punto lo psicologo che coadiuva il detective preposto alle indagini (Ethan Hawke) ricorre alla tecnica della “regressione”, inducendolo a rivivere quanto avvenuto. Ne emerge una realtà assai più fosca e stratificata che coinvolge diverse persone, molte conosciute nella comunità, e oscuri, terribili riti, con tanto di sacrifici umani...
A poco a poco l'orrore sale ed è più introspettivo che materiale, ha il gusto del sogno, della paranoia, ma per questo più insidioso, anche perché hai l'impressione che quanto emerge sia solo la punta dell'iceberg.
E invece no, invece è ghiaccio sciolto, e quando te ne rendi conto – fatti realmente accaduti o no – lo vivi come un tradimento. L'impianto si sfalda, diventa farsa, gli stessi personaggi assumono contorni grotteschi.
Anche perché l'idea, il presunto sovvertimento finale, risulta poco credibile, raffazzonato, e per giunta non è neppure originale. Anzi...
Peccato, peccato davvero.
Specie considerato che l'epilogo (diciamo gli ultimi venti minuti, che forse sono trenta) è così sleale da travolgere tutto a ritroso, e se pure per la prima ora e passa eri soddisfatto e carico di aspettative, al “the end” non puoi che sbuffare ancora più forte.

Uff!

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