ZENITH
di Grant Morrison e Steven Yeowell
Recentemente
ristampato dalla Panini Comics, è uno dei primi fumetti di Grant
Morrison, precursore del capolavoro “The Invisibles”, con cui
condivide spunti e punti di forza, e, se mi è permesso affermarlo,
una delle opere più interessanti che leggo ultimamente del Maestro,
in particolare il primo, strepitoso volume (in tutto sono quattro).
Zenith
è un supereroe, ma più che “super” e più che “eroe”, ci
appare come un moccioso viziato e irritante, la classica popstar che
ha avuto eccessivo successo, sebbene, alla lunga, a lui ci
affezioniamo (perché, hey, sa essere simpatico, se vuole), anche se
due sberle non ci dispiacerebbe comunque rifilargliele...
Zenith
vive avventure lisergiche, stupendamente incasinate, che potrebbero
facilmente indurci una labirintite, se non fosse che ci divertono un
sacco. Hanno un'aria retró,
legata agli anni 80 inglesi, ma sono piuttosto attuali, riferimenti
nazistoidi compresi, e ogni volta che ci sembrano prevedibili,
riescono invece a stupirci e a farci dire: “Però”! Insomma,
ribaltamenti e colpi di scena sono all'ordine del giorno, e non
mancano realtà nella realtà, flashback, mondi alternativi e
suggestioni esoteriche (tipicamente alla Morrison), che, in generale,
ci infondono stordimento, ma pure un magnifico senso di meraviglia,
poiché, letteralmente, tutto è possibile (e impossibile), senza
limiti.
Le
trame, poi, sempre coerenti, sono sostenute da dialoghi brillanti,
disegni plastici e vivaci, comprimari notevoli, di cui scopriamo ad
ogni pagina nuove sfaccettature (e debolezze).
Fumetto
trasgressivo, dunque, immaginifico, spumeggiante e piacevolmente
irriverente, capace di mixare dramma e ironia, Blake e Lovecraft,
cambiando registro nel momento più opportuno.
L'unico
neo (ma davvero lo è?) è che si ha l'impressione di “resettare”
continuamente realtà, di scoprire sempre nuove regole... Eppure,
eppure... Il bello è anche questo!
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