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mercoledì 2 dicembre 2015

Il ritmo scema

ALLEGIANT
di Veronica Roth


Deludente.
La storia parte definitivamente per la tangente, s'involve e si incasina (ed è un vero peccato, perché l'idea di fondo sarebbe pure affascinante, solo che viene sviluppata troppo in fretta e non adeguatamente preparata), diventando sempre più pretestuosa e improbabile, arzigogolata, specie nelle determinazioni dei suoi personaggi, che, a loro volta, si fanno troppo logorroici, compromettendone l'empatia (le questioncelle amorose divengono davvero indigeribili...).
Ci sono anche cose buone (alcune trovate, alcune spiegazioni, che, finalmente, vengono fornite tutte...), ma nel complesso il ritmo scema, e ciò anche a causa dell'escamotage di alternare la “soggettiva” di Tris a quella di Quattro, non sempre riuscitissima, ed anzi, sovente foriera di straniamento, se non di confusione. Perché, che diamine, le due voci sono identiche!!! Piatte, incolori, insulse... praticamente ridotte a mera fattualità.
Nemmeno i personaggi nuovi mi entusiasmano, li trovo unidimensionali, fastidiosi (Nita in particolare), e la questione Tori e suo fratello è davvero tristemente patetica, come a dover a tutti i costi confezionare del sentimentalismo spicciolo.
La fine shock, poi, anziché impreziosire e costringere a rivalutare le pagine precedenti (come ad esempio era accaduto in “Hunger Games”), pare una pugnalata gratuita, e, soprattutto, una soluzione scontata, sleale e semplicistica, che porta ad un'abbassamento ulteriore del valore dell'opera.
E forse, in realtà, è principalmente per questo che sono tanto severa.
Non per il destino della protagonista in sé, ma perché, fondamentalmente, è stato costruito in modo tale per cui ad un certo punto di lei non mi è più importato niente, e il detto shock, in realtà, non è pervenuto.

Insomma, se il primo tomo mi è piaciuto, se il secondo era comunque salvabile, questo, forse, sarebbe da non leggere per non guastarsi le parti precedenti.

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