VA',
METTI UNA SENTINELLA
di Harper Lee
Non
volevo leggerlo, avevo paura. Temevo che mi rovinasse uno dei miei
romanzi preferiti.
In
realtà, adesso sono convinta che nulla possa rovinare “Il buio
oltre la siepe”, nemmeno questa prima versione, travestita da
seguito, e pubblicata a distanza di mille anni.
In
effetti è da leggere.
Come
libro, onestamente, non è granché.
Non
brutto, no, e con diversi momenti felici, ma anche un po' troppa
retorica, eccessive ripetizioni, drammatizzazioni stridenti. Però...
però si legge volentieri e soprattutto aggiunge qualcosa alla
vicenda precedente, ne traccia nuovi contorni. Non necessari, ma
interessanti. Come documento, come testimonianza, o anche solo per
avere una scusa per tornare a Maycomb,
e ancora di più per rincontrare Scout/Jean Louise.
E,
in fondo, nemmeno il nuovo/vecchio Atticus è così male, così
irrimediabilmente razzista come era stato dipinto... Capisco parte
dei suoi ragionamenti e ci sono molte questioni che pretendono
riflessione e non un giudizio preconfezionato, buttato lì. Ogni
moneta ha sempre due facce.
Certo,
è pur vero che mi aspettavo fuoco e fiamme, se avessi letto
direttamente il romanzo, senza bazzicare anticipazioni o critiche per
mesi, forse ora sarei più severa. Più indignata.
E
al contempo... E' che ho sempre adorato Atticus, e adesso... Non
riesco ad odiarlo. Non riuscirei comunque. E forse non sarebbe
nemmeno giusto farlo. Io non ero lì, a Maycomb. E, in fin dei conti,
non c'era neppure Jean Louise.
Non
lo so.
Forse
quello che veramente mi ha fatto male è stato non trovare più Dill,
Jem e Calpurnia. In modi diversi, ma tutti dolorosi.
Però
è stato bello conoscere Scout adolescente e poi ragazza... E' stato
bello andare con lei al ballo della scuola. Non è originalissima
come narrazione, e Scout stessa è ben lungi dall'avere la stessa
forza inarrestabile di quando era bambina, però... mi sono
divertita, sì, ed è stato dolce.
Tornerei
a Maycomb se spuntasse fuori un altro seguito assassino?
Sì.
Non potrei farne a meno.
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