NATALE...
Natale...
Perché sei tu, Natale?
Perché
ogni anno vieni ad ammorbarmi con le tue scemenze borghesi e
preconfezionate?
Perché
devo sentirmi in obbligo di fare stupidi regali a gente inutile di
cui non mi importa nulla in nome delle convenzioni sociali? (Potrei
sottrarmi, chiaro, ma solo perché disprezzo un essere umano non
significa che voglia ferirlo...)
Perché
devo essere esposta a irritanti canzoncine per cerebrolesi e a quelle
maledette luci che mi danno in testa?
Perché
devo subire il moltiplicarsi di orribili cene e pranzi e aperitivi e
incontri mondani? (qui la mia compassione per il prossima vacilla, ho
più compassione di me. Se non gradisco l'invito lo rifiuto, e non
sempre, lo ammetto, ho la grazia di inventarmi una scusa. Il mio voto
per la partecipazione ad alcuni angoscianti eventi è stato un ameno
“Ha! Ha! Ha! neanche morta!”. )
Perché,
almeno, non mi si lasciano godere le vacanze, ma ci si deve
perennemente inventare ridicole urgenze inesistenti?
Perché,
se a Natale sono tutti più buoni, non veniamo divorati dai
cannibali? Sarebbe deliziosamente ironico...
Mu.
Lo
so già che verrò sgridata dal Mio Perfido Marito per la mia
negatività. Mi dispiace, è che io sono una persona marrone e non
posso farci niente. Okay, non voglio farci niente. Adoro la mia
marronevolezza.
Ma
che kaiser, questo è il mio blog e invoco la libertà di stampa e di
opinione...
Per
correttezza, ad ogni modo, indicherò alcune cose che mi piacciono
del Natale:
- Il Grinch;
- Avere più tempo per leggere/scrivere;
- Avere più tempo da trascorrere con le persone cui voglio bene;
- Fare/ricevere regali a/da persone cui voglio bene;
- Lamentarmi del Natale.
Ad
ogni modo, auguri a tutti.
Sono
laici e anti-borghesi, ma sinceri.
P.S.
Per
la cronaca, anche se non c'entra nulla: quando suono a casa di
qualcuno per portare dei regali, il MPM si presenta come Babbo Natale
e indica me come il suo cammello volante Kabubi. My God! Cammello
volante...! Non è che possa essere tipo Shazzan, il genio... No, mi
tocca il cammello!
Immaginatevi
un sopracciglio inarcato in segno di protesta.
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