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mercoledì 23 marzo 2016

Un artificio stridente

TU, MIO
di Erri De Luca


Non mi ha convinta.
E’ il quarto libro che leggo di De Luca: gli altri, per motivi diversi, mi erano parsi apprezzabili; questo, seppur sempre ben scritto, invece, mi ha lasciata un po’ tiepida.
Intanto, mi sembra una variazione su temi già sfruttati dallo stesso De Luca, narrata con i medesimi accenti e le medesime suggestioni… D’accordo, sempre un momento della gioventù cristallizza (come “I pesci non chiudono gli occhi”, solo spostato più in là di qualche anno), tuttavia, davvero, mi sa più di ripetizione che di altro… A prescindere da ciò, ho trovato proprio forzata la storia: questo presunto amore/non amore in cui il ragazzino protagonista/io narrante scambia il suo ruolo con il padre defunto della fanciulla che gli piace – Caia/Haiele, ragazza più grande di lui ed ebrea in incognito – il tutto pochi anni dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale… Mi spiace, sarò io poco sensibile, ma mi sembra un artificio stridente, forzato, persino fastidioso. Lo stesso tema dell’Olocausto mi è parso affrontato in modo banale e troppo superficiale.
Se mi ero lasciata rapire e incantare da “I pesci non chiudono gli occhi” (decisamente simile come impostazione e trama, a parte la parentesi ebraica, con tanto di amore precoce con una “più avanti”), qui ho fatto fatica a leggere, a continuare… Non ho difficoltà con i racconti (siamo nell’ordine delle 114 pagine scritte larghe, parlare di romanzo mi sembra fuori luogo) statici e basati solo su pensieri, riflessioni, analisi e sensazioni, ma, proprio per questo, qualcosa devo provarlo a livello emozionale. La mia empatia, però, era ridotta a zero, probabilmente viziata dal fatto che trovassi poco plausibili i presupposti.
Belle, sì, le descrizioni relative alla pesca e al mare, ma da sole non bastano, e non basta nemmeno una prosa ricercata, punteggiata di frasi profonde (con tutto che sto “zio” senza l’articolo un po’ mi ha disturbata).
L’opera nel complesso è inconsistente, debole.
E non mi ha coinvolta abbastanza.
Poetica, complessivamente gradevole, ma priva di sostanza.
Ora dovrei cominciare “Non ora, non qui” dello stesso autore (lo avevo già comprato), ma non ne ho nessuna voglia.

Sorry.

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