TU,
MIO
di Erri De Luca
Non
mi ha convinta.
E’
il quarto libro che leggo di De Luca: gli altri, per motivi diversi,
mi erano parsi apprezzabili; questo, seppur sempre ben scritto,
invece, mi ha lasciata un po’ tiepida.
Intanto,
mi sembra una variazione su temi già sfruttati dallo stesso De Luca,
narrata con i medesimi accenti e le medesime suggestioni…
D’accordo, sempre un momento della gioventù cristallizza (come “I
pesci non chiudono gli occhi”, solo spostato più in là di qualche
anno), tuttavia, davvero, mi sa più di ripetizione che di altro… A
prescindere da ciò, ho trovato proprio forzata la storia: questo
presunto amore/non amore in cui il ragazzino protagonista/io narrante
scambia il suo ruolo con il padre defunto della fanciulla che gli
piace – Caia/Haiele, ragazza più grande di lui ed ebrea in
incognito – il tutto pochi anni dopo la conclusione della Seconda
Guerra Mondiale… Mi spiace, sarò io poco sensibile, ma mi sembra
un artificio stridente, forzato, persino fastidioso. Lo stesso tema
dell’Olocausto mi è parso affrontato in modo banale e troppo
superficiale.
Se
mi ero lasciata rapire e incantare da “I pesci non chiudono gli
occhi” (decisamente simile come impostazione e trama, a parte la
parentesi ebraica, con tanto di amore precoce con una “più
avanti”), qui ho fatto fatica a leggere, a continuare… Non ho
difficoltà con i racconti (siamo nell’ordine delle 114 pagine
scritte larghe, parlare di romanzo mi sembra fuori luogo) statici e
basati solo su pensieri, riflessioni, analisi e sensazioni, ma,
proprio per questo, qualcosa devo provarlo a livello emozionale. La
mia empatia, però, era ridotta a zero, probabilmente viziata dal
fatto che trovassi poco plausibili i presupposti.
Belle,
sì, le descrizioni relative alla pesca e al mare, ma da sole non
bastano, e non basta nemmeno una prosa ricercata, punteggiata di
frasi profonde (con tutto che sto “zio” senza l’articolo un po’
mi ha disturbata).
L’opera
nel complesso è inconsistente, debole.
E
non mi ha coinvolta abbastanza.
Poetica,
complessivamente gradevole, ma priva di sostanza.
Ora
dovrei cominciare “Non ora, non qui” dello stesso autore (lo
avevo già comprato), ma non ne ho nessuna voglia.
Sorry.
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