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venerdì 11 marzo 2016

Un romanzo Piper-centrico

ORANGE IS THE NEW BLACK
di Piper Kerman


Ovvero “Da Manhattan al carcere: il mio anno dietro le sbarre”. Ovvero il romanzo autobiografico che ha ispirato l'omonima (e bellissima, e già recensita) Serie Tv.
In realtà, rispetto a quest'ultima, ci sono tante simiglianze quante differenze, ed in effetti, per quanto la situazione di base sia la stessa, lo sviluppo è diverso, anche nelle sue linee guida, tanto che forse sarebbe più corretto parlare solo di corrispondenze.
Intanto, il romanzo è Piper-centrico. Se nella Serie Tv l'odiosa protagonista diventa presto una fra molte (decisamente più interessanti di lei) che le rubano la scena, il romanzo, invece, segue pedissequamente il punto di vista di Piper – che ne è altresì la narratrice – .
Peraltro, Piper Kerman è decisamente meglio dell'insopportabile, meschina, egoista, egocentrica, viziata e sgualdrinesca (e ci sto andando piano) Piper Chapman della Serie Tv. Idealmente è la stessa, certo, una biondina colta e benestante che deve scontare un crimine commesso dieci anni prima, quando sostanzialmente era giovane e immatura e, se vogliamo, un altro tipo di donna... ma nel libro non emergono i suoi lati sgradevoli, anzi, ci sembra una ragazza gentile, riflessiva, generosa e di buon senso. La classica amica su cui sappiamo di poter sempre contare.
Inoltre, l'ambiente è meno duro nell'opera letteraria, più a misura d'uomo (e di donna). Le magagne del sistema carcerario e le criticità riguardo alla personalità di alcune detenute vengono fuori lo stesso, ma in modo più soft, meno esasperato. Addirittura Piper viene accolta con calore e simpatia al suo ingresso in prigione, e non solo con l'offerta di uno spazzolino da denti, e i rapporti fra le detenute, in generale, sono maggiormente improntati alla solidarietà e alla complicità femminile, più che alla competizione e alla sopravvivenza, e possono dar luogo a legami profondi.
In quanto alle storture vere e proprie, più che assistere, sentiamo raccontare, nel senso che tanti non sono eventi che l'autrice ha vissuto sulla sua pelle, ma che ha le sono stati riportati dalle compagne. Piuttosto incappiamo spesso nelle sue riflessioni, semplici, concise, ma analitiche e perspicaci, in cui, ad esempio, ci viene fatto notare quanti pochi siano i diritti delle detenute, e perennemente a rischio, così che alcune sono portate a rivendicarli ad ogni piè sospinto. Oppure che per una donna che è rimasta dentro tanti anni non è facile poi reinserirsi nella società perché il sistema non la dota degli strumenti per farcela, per cui, inevitabilmente, la poveretta sarà costretta a ricominciare a delinquere... tornando dietro le sbarre.
La trama stessa è meno variopinta, meno avventurosa. Scorre in maniera più tranquilla, fluida, e sovente ci sono differenze sostanziali (ed esempio – INIZIO SPOILERAlex si chiama Nora e non sconta la pena con Piper. La incontriamo solo verso la fine, in occasione del processo in cui le due sono chiamate ad integrare le loro testimonianze, e non c'è alcun tira e molla sentimentale tra loro. Il rapporto di Piper con il fidanzato, Larry, è tenero, maturo ed equilibrato, senza problemi, e lui non è un odioso approfittatore vittimista, ma un ragazzo dolce e premuroso. Anche le rispettive famiglie e gli amici sono incantevoli, laddove nella Serie Tv il padre di Larry è ostile alla protagonista, e i genitori di lei sono anafettivi e inqualificabili... FINE SPOILER).
In linea di massima, fra i personaggi del libro e della Serie Tv c'è un abisso: alcuni importanti nel telefilm (quasi tutte le nere, ad esempio) nel romanzo mancano, altri sono poco più che un nome, e in generale tutti hanno un ruolo più marginale, magari giusto un “esiste e c'è”. La stessa Red, ad esempio, si chiama Pop ed è poco più che una figura sullo sfondo. Anche per quanto concerne il personale carcerario, l'unico che riconosciamo senza dubbi è Pornobaffo, che tuttavia ha un nome di battesimo diverso ed è praticamente una comparsa.
Inoltre mancano i dialoghi ironici, incalzanti, scomodi e senza peli sulla lingua che sono una delle caratteristiche più belle della Serie Tv, insieme ai personaggi.
Il libro, dunque, è un altro mondo.
Ma un mondo da scoprire.
Se vogliamo a completamento e “dietro le quinte” della Serie, ma altrettanto come opera indipendente, per il suo valore intrinseco, diverso – e più umano che narrativo -, ma prezioso e stimolante.

Ad ogni modo è una lettura piacevole, intelligente ed intensa, specie dopo la parte introduttiva, fruibile su piani diversi, ma comunque da consigliare, e magari, rispetto alla Serie Tv, adatto ad un pubblico più vasto ed eterogeneo.

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