ORANGE
IS THE NEW BLACK
di Piper Kerman
Ovvero
“Da Manhattan al carcere: il mio anno dietro le sbarre”. Ovvero
il romanzo autobiografico che ha ispirato l'omonima (e bellissima, e
già recensita) Serie Tv.
In
realtà, rispetto a quest'ultima, ci sono tante simiglianze quante
differenze, ed in effetti, per quanto la situazione di base sia la
stessa, lo sviluppo è diverso, anche nelle sue linee guida, tanto
che forse sarebbe più corretto parlare solo di corrispondenze.
Intanto,
il romanzo è Piper-centrico. Se nella Serie Tv l'odiosa protagonista
diventa presto una fra molte (decisamente più interessanti di lei)
che le rubano la scena, il romanzo, invece, segue pedissequamente il
punto di vista di Piper – che ne è altresì la narratrice – .
Peraltro,
Piper Kerman è decisamente meglio dell'insopportabile, meschina,
egoista, egocentrica, viziata e sgualdrinesca (e ci sto andando
piano) Piper Chapman della Serie Tv. Idealmente è la stessa, certo,
una biondina colta e benestante che deve scontare un crimine commesso
dieci anni prima, quando sostanzialmente era giovane e immatura e, se
vogliamo, un altro tipo di donna... ma nel libro non emergono i suoi
lati sgradevoli, anzi, ci sembra una ragazza gentile, riflessiva,
generosa e di buon senso. La classica amica su cui sappiamo di poter
sempre contare.
Inoltre,
l'ambiente è meno duro nell'opera letteraria, più a misura d'uomo
(e di donna). Le magagne del sistema carcerario e le criticità
riguardo alla personalità di alcune detenute vengono fuori lo
stesso, ma in modo più soft, meno esasperato. Addirittura Piper
viene accolta con calore e simpatia al suo ingresso in prigione, e
non solo con l'offerta di uno spazzolino da denti, e i rapporti fra
le detenute, in generale, sono maggiormente improntati alla
solidarietà e alla complicità femminile, più che alla competizione
e alla sopravvivenza, e possono dar luogo a legami profondi.
In
quanto alle storture vere e proprie, più che assistere, sentiamo
raccontare, nel senso che tanti non sono eventi che l'autrice ha
vissuto sulla sua pelle, ma che ha le sono stati riportati dalle
compagne. Piuttosto incappiamo spesso nelle sue riflessioni,
semplici, concise, ma analitiche e perspicaci, in cui, ad esempio, ci
viene fatto notare quanti pochi siano i diritti delle detenute, e
perennemente a rischio, così che alcune sono portate a rivendicarli
ad ogni piè sospinto. Oppure che per una donna che è rimasta dentro
tanti anni non è facile poi reinserirsi nella società perché il
sistema non la dota degli strumenti per farcela, per cui,
inevitabilmente, la poveretta sarà costretta a ricominciare a
delinquere... tornando dietro le sbarre.
La
trama stessa è meno variopinta, meno avventurosa. Scorre in maniera
più tranquilla, fluida, e sovente ci sono differenze sostanziali (ed
esempio – INIZIO SPOILER – Alex si chiama Nora e non sconta
la pena con Piper. La incontriamo solo verso la fine, in occasione
del processo in cui le due sono chiamate ad integrare le loro
testimonianze, e non c'è alcun tira e molla sentimentale tra loro.
Il rapporto di Piper con il fidanzato, Larry, è tenero, maturo ed
equilibrato, senza problemi, e lui non è un odioso approfittatore
vittimista, ma un ragazzo dolce e premuroso. Anche le rispettive
famiglie e gli amici sono incantevoli, laddove nella Serie Tv il
padre di Larry è ostile alla protagonista, e i genitori di lei sono
anafettivi e inqualificabili... FINE SPOILER).
In
linea di massima, fra i personaggi del libro e della Serie Tv c'è un
abisso: alcuni importanti nel telefilm (quasi tutte le nere, ad
esempio) nel romanzo mancano, altri sono poco più che un nome, e in
generale tutti hanno un ruolo più marginale, magari giusto un
“esiste e c'è”. La stessa Red, ad esempio, si chiama Pop ed è
poco più che una figura sullo sfondo. Anche per quanto concerne il
personale carcerario, l'unico che riconosciamo senza dubbi è
Pornobaffo, che tuttavia ha un nome di battesimo diverso ed è
praticamente una comparsa.
Inoltre
mancano i dialoghi ironici, incalzanti, scomodi e senza peli sulla
lingua che sono una delle caratteristiche più belle della Serie Tv,
insieme ai personaggi.
Il
libro, dunque, è un altro mondo.
Ma
un mondo da scoprire.
Se
vogliamo a completamento e “dietro le quinte” della Serie, ma
altrettanto come opera indipendente, per il suo valore intrinseco,
diverso – e più umano che narrativo -, ma prezioso e stimolante.
Ad
ogni modo è una lettura piacevole, intelligente ed intensa, specie
dopo la parte introduttiva, fruibile su piani diversi, ma comunque da
consigliare, e magari, rispetto alla Serie Tv, adatto ad un pubblico
più vasto ed eterogeneo.
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