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giovedì 24 marzo 2016

Una scorrevolezza fuori dall'ordinario

LARGO! LARGO!
di Harry Harrison


Romanzo stupendo, classico senza tempo, scritto con una scorrevolezza fuori dall'ordinario in cui ogni parola è soppesata con cura, eppure è semplice e “sa di pane”... e che, tuttavia, mi ha lasciata perplessa... Sì, perché le differenze rispetto a “2022: i sopravvissuti”, il film di Richard Fleisher del 1973, con Charlton Heston, se ne discosta in modo marchiano! E non solo per questioni marginali (il suicidio assistito, ad esempio), ma anche per il finale (!!!) e, soprattutto, per la faccenda del Soylent Verde (che in gioventù, quando avevo visto la pellicola la prima volta, mi aveva scioccata e deliziata)!!! Non che nel libro le persone non ne mangino... ma non viene rivelato nulla in proposito alle sue origini! Che diamine!
E quindi?
E quindi, anche se lì per lì ci sono rimasta un po' malicchio, fare il confronto con il romanzo è stato incredibilmente interessante... Il film è più crudo, disumanizzante e spietato, e, se pure, benché in modo diverso, nessuno dei due lasci speranza al fruitore, la realtà del film è decisamente più inesorabile e drammatica. Persino i personaggi appaiono più spietati in “2022” (in originale “Soylent Green”), più cinici, più disillusi...
L'elemento più affascinante, per quanto mi riguarda, è comunque il futuro distopico immaginato dall'autore (che, nelle sue linee guida, nel film è lo stesso, ma ulteriormente esasperato): siamo nel 1999, la sovrappopolazione sta mettendo il mondo in ginocchio. Le risorse alimentari, in particolare, sono quasi finite e, per nutrirsi, ci si deve accontentare di biscotti di alghe o di plancton rielaborato, che ad ogni modo bastano a mala pena... Se proprio si è fortunati si può trovare un topo, se invece si è ricchi e privilegiati, è possibile acquistare succulento cosciotto di cane...
E poi c'è il caldo... L'inverno non sta arrivando, la temperatura è alta e l'acqua poca, soggetta a razionamenti... Ed è solo all'inizio: più ci addentriamo nella vita quotidiana, più il quadro si fa desolante, sottolineando ingiustizie, storture e abiezioni (ad esempio, riguardo alla crisi degli alloggi). Questo il contorno. La storia, invece, ruota attorno ad un omicidio (e anche qui le differenze rispetto al film sono molteplici, sia per quanto riguarda la vittima che le implicazioni della sua morte), di cui non ci importa tanto trovare il colpevole (sappiamo già chi è), quanto seguire le conseguenze che innesca, persino a livello “sentimentale”...
Capolavoro! Ma da “integrare” successivamente con il film!!!
P.S.

Ancora un grazie a Mario che mi ha permesso di leggerlo!

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