CRIMSON
PEAK
di Guillermo Del Toro
(2015)
Fiabesco
melodramma a tinte fosche, con virate verso l’horror (ma un Horror
proprio no: troppo edulcorato in tal senso) e soprattutto verso il
fantastico, che incede lentamente, ma tuttavia avvince, in
particolare grazie alla bravura e al fascino degli interpreti
(nonostante la Wasikowska con i capelli sciolti proprio non si possa
vedere) e al modus narrandi, incantevole e avvolgente, dal sapore
antico, quasi poetico…
Da
segnalare, inoltre, la bellezza cromatica della fotografia,
l’attenzione per la composizione e le fatiscenti, ma suggestive,
ambientazioni, che da sole sono sufficienti a suggerirci una storia.
Poco
importa, infatti, che la trama sia banale e prevedibile (ormai i
Lannister spopolano), sebbene incentrata su un insistito dualismo: è
bello come ci viene raccontata, come una favola della buonanotte
d’altri tempi, così che noi siamo ben disposti, di fatto, ad
ignorarne le molteplici pecche e a lasciarci felicemente rapire.
I
fantasmi, in compenso, benché benevoli, ci fan prendere degli
spaghetti niente male e sono sicuramente incisivi nella loro
rappresentazione accurata e tenebrosa.
Lo
stesso Crimson Peak, con tutta quella argilla rossa e la neve che
filtra dal tetto, è spaventoso, mentre Tom Hiddleston, nei panni del
protagonista maschile, il gentiluomo Thomas Sharpe, riesce ad essere
ad un tempo ammaliante, debole, e minaccioso.
I
personaggi meglio riusciti, però, sono quelli femminili:
Lucille/Jessica Chastain è luciferina e inquietante, oltreché
stupenda, mentre Edith/Mia Wasikowska, con la sua
indipendenza/eccentricità e il suo squisito, ingenuo candore, non
può che suscitare la nostra simpatia.
Senza
dubbio il film mi è piaciuto, senza dubbio non è un capolavoro (né
la miglior pellicola di Del Toro), tuttavia è comunque da non
perdere, quanto meno a livello visivo e di atmosfera, gotica come non
mai.
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