RUGHE
di Paco Roca
Un
fumetto sull’Alzheimer o, se si preferisce, sulle difficoltà del
diventare vecchi.
La
vicenda di Emilio, dunque, ex Direttore di Banca, ormai malato e
destinato alla casa di riposo. Ma non solo la sua, di vicenda…
Piuttosto
la trama di chiunque, quando la tua famiglia non ti vuole più tra i
piedi o non è più in grado di occuparsi di te. E quella degli altri
pazienti/anziani/ospiti...
L’arduo,
quando si racconta questo genere di storie, è non indulgere né nel
melodramma strappalacrime, né tanto meno nella retorica. Qui non c’è
traccia né dell’uno, né dell’altra, ma in compenso si
affastellano un mucchio di altre cose: un modo di narrare oggettivo,
ma caldo, fatto di umanità e di immaginazione, che ti tocca nel
profondo, pur senza cedere al sentimentalismo; nuovi legami che si
instaurano, nuove regole e nuove realtà in sostituzione delle
antiche e consolidate… La capacità di essere sinceri, senza dover
essere brutali, ma al contempo evitando di indorare la pillola…
Disegni semplici, puliti, definiti, ma accurati. Con un sorriso che
cresce a fior di labbra, talvolta, o una tenerezza che non avremmo
sospettato.
In
altre parole, un capolavoro.
Uno
di quelli che rimangono, attraverso secoli di parole e di linee e di
segni fonetici.
In
cui l’immagine può rimpiazzare il pensiero o una descrizione con
un surreale tocco di verità, che, anziché stridere, fornirà, con
il suo linguaggio originale, la più autentica rappresentazione di
quel che accade.
Come
quando trovi posto sul treno per Istanbul e di seguito incappi in due
pagine bianche.
…
Appena
il mio fumettivendolo mi ha proposto quest’opera l’ho
semi-insultato, poi deriso. Non mi importava di quanti premi fosse
stato insignito, io un fumetto sull’Alzheimer non lo volevo certo
leggere!
Poi,
però, ho comprato “La casa”, sempre di Roca. Il mio
fumettivendolo ha ghignato tra sé. Già sapeva. Anche qui,
l’argomento – il lutto – era duro, ma il formato, le tavole, i
colori, mi avevano conquistata solo tenendo la graphic novel fra le
mani.
La
storia si è rivelata migliore delle aspettative.
Così,
con la coda tra le gambe, ho dovuto chiedere “Rughe”.
Il
mio fumettivendolo ha inarcato le sopracciglia e si è compiaciuto in
silenzio.
Io
mi sono sentita un po’ vergognosa, ma ora voglio tutto il resto.
“Il
faro”, “Le strade di sabbia”, “Memorie di un uomo in
pigiama”…
Tutto
il resto.
Ciao, volevo farti i complimenti per il blog e dirti che mi piacerebbe leggere che cosa ne pensi di Emma, Piccole Donne e Lessico Famigliare, che immagino tu abbia letto... Chiara S.
RispondiEliminaLessico famigliare e Piccole donne sì (mille anni fa); Emma non ancora, ma provvederò. E cercherò di programmare una recensione di ciascun romanzo per ottobre-novembre. Ciao, grazie!
EliminaMi spiace, sto pubblicando i commenti dal pc dei miei e viene con il nick del Pater... Ma sono io!!!!!!!! Sorry!
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