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martedì 14 giugno 2016

La capacità di essere sinceri

RUGHE
di Paco Roca


Un fumetto sull’Alzheimer o, se si preferisce, sulle difficoltà del diventare vecchi.
La vicenda di Emilio, dunque, ex Direttore di Banca, ormai malato e destinato alla casa di riposo. Ma non solo la sua, di vicenda…
Piuttosto la trama di chiunque, quando la tua famiglia non ti vuole più tra i piedi o non è più in grado di occuparsi di te. E quella degli altri pazienti/anziani/ospiti...
L’arduo, quando si racconta questo genere di storie, è non indulgere né nel melodramma strappalacrime, né tanto meno nella retorica. Qui non c’è traccia né dell’uno, né dell’altra, ma in compenso si affastellano un mucchio di altre cose: un modo di narrare oggettivo, ma caldo, fatto di umanità e di immaginazione, che ti tocca nel profondo, pur senza cedere al sentimentalismo; nuovi legami che si instaurano, nuove regole e nuove realtà in sostituzione delle antiche e consolidate… La capacità di essere sinceri, senza dover essere brutali, ma al contempo evitando di indorare la pillola… Disegni semplici, puliti, definiti, ma accurati. Con un sorriso che cresce a fior di labbra, talvolta, o una tenerezza che non avremmo sospettato.
In altre parole, un capolavoro.
Uno di quelli che rimangono, attraverso secoli di parole e di linee e di segni fonetici.
In cui l’immagine può rimpiazzare il pensiero o una descrizione con un surreale tocco di verità, che, anziché stridere, fornirà, con il suo linguaggio originale, la più autentica rappresentazione di quel che accade.
Come quando trovi posto sul treno per Istanbul e di seguito incappi in due pagine bianche.
Appena il mio fumettivendolo mi ha proposto quest’opera l’ho semi-insultato, poi deriso. Non mi importava di quanti premi fosse stato insignito, io un fumetto sull’Alzheimer non lo volevo certo leggere!
Poi, però, ho comprato “La casa”, sempre di Roca. Il mio fumettivendolo ha ghignato tra sé. Già sapeva. Anche qui, l’argomento – il lutto – era duro, ma il formato, le tavole, i colori, mi avevano conquistata solo tenendo la graphic novel fra le mani.
La storia si è rivelata migliore delle aspettative.
Così, con la coda tra le gambe, ho dovuto chiedere “Rughe”.
Il mio fumettivendolo ha inarcato le sopracciglia e si è compiaciuto in silenzio.
Io mi sono sentita un po’ vergognosa, ma ora voglio tutto il resto.
“Il faro”, “Le strade di sabbia”, “Memorie di un uomo in pigiama”…

Tutto il resto.

3 commenti:

  1. Ciao, volevo farti i complimenti per il blog e dirti che mi piacerebbe leggere che cosa ne pensi di Emma, Piccole Donne e Lessico Famigliare, che immagino tu abbia letto... Chiara S.

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    1. Lessico famigliare e Piccole donne sì (mille anni fa); Emma non ancora, ma provvederò. E cercherò di programmare una recensione di ciascun romanzo per ottobre-novembre. Ciao, grazie!

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    2. Mi spiace, sto pubblicando i commenti dal pc dei miei e viene con il nick del Pater... Ma sono io!!!!!!!! Sorry!

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