LA
SOVRANA LETTRICE
di Alan Bennett
Un
racconto carino e originale, che non resterà negli annali della
letteratura, ma potrà facilmente regalare un’oretta di svago
arguto e sornione.
La
protagonista è niente meno che quella vispa vecchina della Regina di
Inghilterra, che, vuoi per caso, vuoi in ossequio all’etichetta,
scopre d’incanto il mondo dei libri…
E
ci si accosta con metodo (bislacco e personale) e dedizione,
entusiasmandosi, emozionandosi, e cercando di coinvolgere quante più
persone può, stupendoci con considerazioni e situazioni peculiari,
dovute sia alla sua veneranda età, sia alla sua regale maestà…
In
effetti, tra i librini di Alan Bennett letti finora, giudico questo
il più inglese, il più garbato e il più divertente…
Non
un volume straordinario, di per sé, ma godibile e abbastanza
interessante, che non si esaurisce nel suo spunto iniziale, ma anzi,
continua il suo buffo percorso evolutivo tra le peripezie di Corte,
con un citazioncella qua le là (tra le più varie) ad aumentarne il
brillio.
Delizioso,
oltretutto, il rapporto che si creerà tra Norman, il brufoloso
ragazzotto delle cucine/consigliere – che presto farà carriera –
e l’arzilla Maestà: tra sistemi per individuare nuove opere da
leggere, vieppiù bizzarri e fantasiosi, e quella discrasia di punti
di vista tra il giovane e l’anziana, da cui non possono che
scaturire sorrisi (se la Regina vede se stessa come la sovrana
d’Inghilterra, ad esempio, Norman la riconosce soprattutto come una
gentile, adorabile nonnina)…
Un
romanzino ameno, che decanta le bellezze della lettura (e quindi
facilmente apprezzabile da ogni onnivoro consumatore che non potrà,
suo malgrado e con le debite differenze, che rispecchiarsi in esso),
ma che riesce altresì a rendere splendidamente umana un’icona
inglese quasi intoccabile, dotandola di una dimensione innovativa,
ironica e piena di verve, e di una logica paradossale quanto
ineccepibile…
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