Se ti è piaciuto il mio blog


web

venerdì 3 marzo 2017

I rischi e le storture del mestiere

POWERS


Altra serie Tv sui supereroi (Powers, appunto), ma tutto fuorché commerciale, trita o per bambini. Drammatica, innovativa sotto molteplici profili, porta semmai alla luce tematiche stimolanti e tante idee che rivitalizzano il filone, in ordine ai dettagli (la faccenda dei fluidi corporei è pazzesca), come alla concezione di base (i Powers, più che Dei dai valori ineccepibili modello Superman, sono Vip, con tanto di discoteca dedicata). 
Il protagonista, Christian Walker, è un ex Power che ha perso i poteri, riciclatosi come detective in un’unità speciale della omicidi dedita ad indagare sui casi relativi a soggetti dotati di poteri.
L’impostazione, quindi, è poliziesca con effettoni fantascientifici (un bel po’ miserelli, in realtà – Wolfe che si nutre è ai limiti dell'imbarazzante), ma va oltre l’etichetta di genere e consente di approfondire questioni prettamente umane: mette in luce la crisi di valori della società, i rischi e le storture del mestiere (di tutti i mestieri: quello di Walker e colleghi, che comunque maneggiano nitroglicerina vivente, e dei Powers stessi, che possono essere di “serie b” o non abbastanza potenti, o sopraffatti dalle loro stesse capacità), la frustrazione di aver perso i poteri, l’importanza che essi hanno in merito alla definizione della personalità, la brama di conquistarli…


Tratto dall’omonimo fumetto di Brian Michael Bendis, se ne discosta sotto molti aspetti, pur mantenendo la medesima linea narrativa: cambiano così i ruoli e le relazioni fra i protagonisti, la successione degli eventi, la costruzione della storia... Persino i colpi di scena, suppongo, sono differenti, come può dedurre chiunque conosca anche solo il titolo del primo numero del comic (che qui non rivelo per evitare spoiler). Per tacere dei personaggi: Christian Walker nel fumetto appare con un fisicazzo da culturista, mentre nella serie lo interpreta il longilineo Sharlto Copley, laddove Deena, la sua partner lavorativa, da bionda diviene inspiegabilmente una ragazza di colore (ma si sa, questa è ormai una scelta che va di moda: quasi obbligata in nome del politically correct), tra l'altro con una strana testa, che ricorda una mosca (sic!).  
Ciò nondimeno… per il momento (ma sono solo all’episodio quattro) preferisco la serie Tv: dalla sceneggiatura più raffinata, aggiornata (vedi l’uso dei Social Media) e ponderata, con la componente drammatica accresciuta.
Se si abbinasse questa trama all’estetica e alla regia sotto acido di “Legion” l'esito sarebbe perfetto!

P.S.
In “Powers” la regia è in effetti abbastanza scialba, i personaggi carenti di spessore (mi piace giusto Johnny Royalle, che però è cattivo), gli attori piatti (non proprio tutti) ma chissenecale… La storia è strepitosa e le idee alla base pura dinamite: tante, esplosive, complesse e strutturate.

Nessun commento:

Posta un commento