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mercoledì 8 marzo 2017

PR1 e PR2

UNA NOTTE CON LA REGINA
di  Julian Jarrold
(2016)


Più precisamente, la Regina è Elisabetta d'Inghilterra, ancora giovane Principessa, la notte quella della vittoria contro la Germania di Hitler, l’8 maggio 1945, per intendersi, in cui la futura Sovrana si concede un'uscita in incognito insieme alla sorella Margaret, tra i Pub e le strade di Londra.
Una favolosa notte da persona normale, fuori dall’ambiente protetto di Corte, per il piacere di sentirsi giovani, liberi e spensierati…
Film leggero, sbarazzino, con momenti divertenti (ad esempio perché Lilibeth non è abituata a girare denaro munita) e altri teneri. Nel complesso prevedibile, ma ben orchestrato, dotato di buon ritmo, bei dialoghi, e con un cast (è il caso di dirlo) decisamente all’altezza (c’è persino Rupert Everett, nei panni di Giorgio VI).
Facendo un paragone con la serie Tv “The Crown” - vista la protagonista in comune - cui Jarrold ha collaborato, non posso non rilevare come Elizabeth (Sarah Gadon) sia, oltre che decisamente più graziosa, più delicata, disinvolta e simpatica, per quanto sempre tremendamente responsabile, mentre Margaret (Bel Powley), che qui, invece, pare un rospetto sgraziato, sia semplicemente irresistibile e sovente rubi la scena alla sorella. E’ la PR2, infatti, la Principessa numero 2, che ci regala alcune delle scene più divertenti (ad esempio mentre conversa con le cortigiane…) e che ci conquista anche solo per il suo squinternato senso pratico.
Elizabeth, invece, più adulta e giudiziosa, vive una parentesi romantica, che un po’ ci ricorda Titanic (tra l’altro il bel tenebroso di turno, il bravo aviere che la soccorre – interpretato da Jack Reynor – si chiama Jack, tu guarda), un po’ Vacanze Romane, con l’inciampo del titolo, comunque vissuto con solennità, e la consapevolezza che, qualunque cosa accada, dovrà necessariamente essere senza futuro, imponendoci, nonostante i balli e le cadute, di tenere i piedi ben piantati a terra.
In ultimo, a colpirmi il patriottismo inglese e la devozione che il popolo nutre verso la monarchia, al di là della polemica (all’acqua di rose) di Jack.
Chapeau e tutta la mia invidia, poiché, in quanto italiana – e quindi cittadina di uno Stato che non mi dà altro che schiaffi – l’amor di patria lo posso solo immaginare.

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